Acquistano auto all’estero senza versare l’Iva

Scoperta maxi-frode “carosello“: i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e gli uomini della Finanza sequestrano beni per due miloni di euro

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Un capannone industriale, un appartamento, quote societarie e disponibilità finanziarie per quattrocentomila euro: è una parte dei beni (mobili e immbili) seuqestrati dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e i militari della Guardia di Finanza di Perugia. Il provvedimento, per un totale di circa due milioni di euro, è scattato a carico di otto persone e di una società. L’accusa: aver messo in piedi una cosiddetta “frode carosello“ nel commercio di autoveicoli provenienti da paesi dell’Unione europea. In particolare i funzionari doganali e i militari delle Fiamme Gialle hanno dato così esecuzione al provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari che ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Perugia.

Le indagini che hanno portato al maxi-sequestro sono state avviate dall’Ufficio delle Dogane nel 2017. In seguito a quegli accertamenti era stato possibile appurare un’evasione fiscale milionaria: sette uomini e una donna sono stati denunciati; cinque risiedono in Umbria, gli altri nel Lazio. "Le autovetture, provenienti soprattutto dalla Germania ma in qualche caso anche dalla Danimarca – spiegano gli investigatori delle Dogane e della Guardia di Finanza che hanno portato a termine l’operazione –, venivano acquistate senza che venisse versata l’Iva in Italia grazie anche a un sistema di false attestazioni che venivano depositate presso gli Uffici della Motorizzazione di Palermo e Foggia".

Secondo tali certificazioni erano stati gli acquirenti finali, tutti ovviamente ignari del meccanismo fraudolento messo in piedi a loro insaputa, ad acquistare le automobili nel Paese intracomunitario. Nel corso delle indagini i funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno sentito i proprietari dei mezzi – sono più di cento le auto oggetto della imponente evasione - che non solo hanno disconosciuto la “paternità“ dei documenti consegnati agli uffici della Motorizzazione ma hanno confermato l’acquisto presso il concessionario umbro.

"L’analisi dei rischi e l’accesso alle banche dati dell’Agenzia – spiegano ancora gli investigatori – ha consentito poi di risalire a una serie di società italiane che si interponevano nei vari passaggi per attuare la frode carosello con falsi crediti Iva basati su fatture soggettivamente inesistenti". Da qui la denuncia delle otto persone e il provvedimento di sequestro preventivo a loro carico e a carico della società finita nel mirino degli investigatori portato a termine dagli uomini delle Fiamme Gialle di Perugia e dell’Agenzia delle Dogane.