A Filetta dalla Corsica verso il mondo

Jean Claude Acquaviva, della formazione còrsa, parla del nuovo progettto Clair-Obscur presentato al festival di Calvi

L'esecuzione di Clair-Obscur (foto Silvio Siciliano)

L'esecuzione di Clair-Obscur (foto Silvio Siciliano)

Calvi (Francia), 19 settembre 2020 - A luglio scorso era previsto il loro debutto fiorentino per il festival O flos colende, Ma il rinvio della rassegna ha fatto in modo che A Filetta, che si esibisce in tutto il mondo, ha costretto il pubblico cittadino a una nuova attesa. Il gruppo vocale della Corsica in ogni caso lavora a nuovi progetti come Clair-Obscur insieme all'Ensemble Constantinople (specializzato in musica persiana) presentato ai Rencontres de Chants Polyphoniques de Calvi, manifestazione nata 32 anni fa da un'idea dello stesso gruppo còrso. Ne parliamo con Jean Claude Acquaviva, componente fondatore de A Filetta.

Quale tipo di repertorio avete scelto per il nuovo progetto?

In questo incontro con l’Ensemble sia noi sia loro abbiamo lavorato inizialmente ciascuno sui propri brani, che poi sono stati arrangiati in vista dello spettacolo. Sono nati così quattordici pezzi: cinque di essi sono stati scritti in partitura, mentre per altri siamo partiti dalle nostre polifonie a cui è stata aggiunta una parte strumentale. Poi ci sono state musiche composte durate il lavoro che abbiamo fatto insieme qui a Calvi e che è durato quattro giorni.

L’idea come è nata?

Il progetto è partito due anni fa; ci aveva contattato Kiya Tabassian dell'Ensemble. Noi conoscevamo il suo lavoro e lui il nostro. ha espresso la volontà di fare qualcosa e subito abbiamo riflettuto su cosa. E’ venuto la prima volta lui personalmente e poi la formazione è giunta qui a febbraio per una residenza artistica, interrotta purtroppo per un problema di uno dei componenti. Quindi due giorni in totale a cui si sono aggiunti quelli precedenti al concerto dei Rencontres.

L’Ensemble Constantinoples ha base in Canada. Vi esibirete insieme anche là?

In Canada avevamo un tour nel mese di giugno scorso che è stato cancellato. Lo spettacolo era stato programmato anche in due festival estivi in Francia fine luglio, rassegne annullate a loro volta. Speriamo di poterlo allestire la prossima estate in Francia e in autunno con alcune date in Canada.

Come descriverebbe il risultato di Clair-Obscur?

È un lavoro interessante: noi rappresentiamo una tradizione e un luogo preciso. Così come l’Ensemble Constantinoples, abbiamo fatto tante collaborazioni e aperture verso altri mondi musicali che ci hanno permesso di realizzare progetti che non si limitano a una sera, ma rappresentano un lavoro preciso di scrittura che evidenzia i caratteri comuni dei nostri linguaggi. È una strada che mescola musica antica, tradizionale, ma anche di oggi. C’è stata così l’opportunità di creare pagine musicali in cui ci sono comunicazione e incontro, una prassi più complicata da affrontare da parte di chi si limita unicamente alla tradizione.