"Chianti Colli senesi, ottima annata Nonostante le crisi e la siccità"

Cino Cinughi de’ Pazzi, presidente del Consorzio: "La qualità e le quantità migliori delle previsioni. Pandemia e conflitto in Ucraina hanno complicato gli affari sui mercati esteri. Ma è iniziata la ripresa"

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di Andrea Talanti

Il mondo del grande vino torna al Santa Maria della Scala. Due parole, enogastronomia e cultura, che vanno di pari passo nella storia della tradizione senese e che si riscontrano in produzioni come il Chianti Colli Senesi, con il consorzio di tutela presieduto da Cino Cinughi De Pazzi. Dopo una vendemmia 2022 iniziata tra mille preoccupazioni, qual è il risultato finale?

"Non posso negare che la grande siccità e gli eventi climatici del 2022 ci avevano fatto pensare a una quantità di vino molto più ridotta di quella che alla fine abbiamo ottenuto. La qualità è ottima: un’annata da ricordare, nonostante provenissimo da anni difficili tra pandemia e Ucraina. Elemento che con l’inflazione ha fortemente inciso su quel mercato estero che aveva retto il business nel lockdown".

Lecito aspettarsi una ripresa sui mercati?

La ripresa c’è stata, soprattutto con il canale Horeca, anche se oggi i risultati dipendono da grande distribuzione ed export, con i nostri mercati di riferimento, quelli anglosassoni, che assorbono le produzioni di qualità. I nostri soci lavorano benissimo sia in cantina che sul marketing, il nostro ruolo è quello di lavorare unitamente per la promozione delle nostre etichette. Adesso l’obiettivo è riprendere quei mercati emergenti che si sono chiusi: penso alla Cina e al Sud America. Molti dei nostri produttori avevano buon mercato anche in Russia".

La politica irlandese degli alert non è di buon auspicio…

Una decisione che può creare problemi notevoli, che porta a fare di tutta l’erba un fascio. Il vino è un prodotto millenario, non solo una bevanda, ma un elemento culturale. Il consumo che abbiamo sempre stimolato è quello consapevole, limitato e conviviale. Sono curioso di vedere se gli alert saranno applicati non solo ai prodotti d’importazione, ma anche alla birra e ai superalcolici prodotti in Irlanda".

I cambiamenti climatici hanno rischiato di mettere in ginocchio l’annata 2022.

" I cambiamenti climatici non sono più un rischio, ma una realtà con cui fare i conti. Oggi abbiamo la possibilità di usare anche l’irrigazione di soccorso, la disciplina permette la possibilità di impianti fissi. Fino a 30 anni fa si prediligevano terreni alti, poveri, esposti: oggi, tecnici e agronomi ci aiutano a individuare terreni meno suscettibili alla siccità".

Le nuove frontiere per il consorzio del futuro?

"Sono le stesse di sempre, in particolare una: il legame con il territorio. Un legame indissolubile con un territorio unico, che ci porta alla sinergia con il pubblico e gli enti, e con la tradizione gastronomica senese".