LODOVICO ANDREUCCI
Tempo libero

Una grande opportunità: "Vogliamo dare voce alla memoria della città. Invito tutti a partecipare"

L’assessore Daniele Tozzi definisce il percorso fatto fino ad oggi "Ci fa volare alto e immaginare scenari positivi per la nostra comunità".

L’assessore Daniele Tozzi definisce il percorso fatto fino ad oggi "Ci fa volare alto e immaginare scenari positivi per la nostra comunità".

L’assessore Daniele Tozzi definisce il percorso fatto fino ad oggi "Ci fa volare alto e immaginare scenari positivi per la nostra comunità".

L’assessore alla cultura Daniele Tozzi racconta cosa rappresenta davvero questo progetto per la città e per tutto il territorio.

Assessore Tozzi, cosa significa per Colle di Val d’Elsa candidarsi a Capitale Italiana della Cultura?

"È un’opportunità straordinaria, non solo per la nostra città, ma per l’intero territorio. Questo progetto ci emoziona profondamente. Ogni volta che leggo o pronuncio le parole “Colle sta portando avanti questo piano”, mi si stringe il cuore. È qualcosa che va oltre l’obiettivo del titolo: è un motore di partecipazione, di coesione, di riscoperta del nostro potenziale culturale. Ci fa volare alto, ci porta a immaginare scenari positivi e visioni condivise. Allo stesso tempo, dobbiamo restare con i piedi per terra: città come la nostra devono lavorare tanto per arrivare in fondo. Molto spesso si candidano capoluoghi con risorse superiori. Ma proprio per questo dobbiamo unirci, fare squadra, crederci davvero".

Come intendete valorizzare strumenti innovativi per la gestione culturale?

"Abbiamo deciso di puntare sull’impatto sociale della cultura, mettendo al centro le persone e il valore che le iniziative culturali generano per la comunità. Come assessore alla cultura e al sociale, credo sia fondamentale che questi due ambiti camminino insieme. Per questo stiamo lavorando con Open Impact, spin-off dell’Università Bicocca di Milano, ad un percorso innovativo: formeremo il personale, useremo strumenti digitali per misurare i risultati delle politiche culturali e coinvolgeremo cittadini, associazioni e imprese in una nuova forma di partecipazione. Il primo progetto su cui sperimenteremo tutto questo sarà proprio la candidatura a Capitale Italiana della Cultura: vogliamo capire e far capire quanto la cultura possa migliorare la qualità della vita, rafforzare il senso di comunità e aiutarci a costruire una città più giusta e inclusiva".

Che ruolo gioca la memoria storica di Colle in questa candidatura?

"Un ruolo essenziale. Colle è una città stratificata, con una storia che abbraccia secoli di cultura, lavoro e trasformazioni. La nostra candidatura nasce anche dal desiderio di dare nuova voce a questa memoria: non come esercizio nostalgico, semplice testimonianza, ma come radice viva da cui far crescere innovazione. Dal Medioevo alla manifattura del cristallo, ogni traccia del passato può diventare materia per costruire futuro, con strumenti nuovi e visioni condivise".

Quali ritorni vi aspettate se Colle dovesse ottenere questo riconoscimento?

"Il titolo sarebbe un acceleratore straordinario per costruire un futuro diverso, che vada ben oltre l’anno della candidatura. Pensiamo a nuove economie legate alla cultura, a un’identità cittadina più consapevole, a una comunità partecipe e inclusiva. La nostra ambizione è che tutto questo non si esaurisca nel 2028, ma rappresenti la base di un ecosistema culturale dinamico, capace di generare benessere, innovazione e legami forti tra le persone".

Un messaggio alla cittadinanza?

"E’ un’occasione per ritrovarsi, per credere insieme che Colle possa essere protagonista. Non è un progetto calato dall’alto, ma qualcosa che nasce da dentro la città. Invito tutti a sentirlo proprio, a partecipare, a metterci la propria energia. Se riusciremo a farlo, indipendentemente dal risultato, sarà già una vittoria per tutta la comunità".

Lodovico Andreucci