A difesa della storia e del paesaggio. Il Fai in prima linea da quaranta anni: "Abbiamo aperto luoghi inaccessibili"

Marinella Curre racconta la preziosa opera di sensibilizzazione sui beni del territorio spezzino. Le Giornate di primavera e d’autunno per far conoscere e apprezzare le bellezze sconosciute .

A difesa della storia e del paesaggio. Il Fai in prima linea da quaranta anni: "Abbiamo aperto luoghi inaccessibili"

A difesa della storia e del paesaggio. Il Fai in prima linea da quaranta anni: "Abbiamo aperto luoghi inaccessibili"

Tutelare, sensibilizzare, far conoscere le bellezze presenti nella nostra meravigliosa penisola. È questa la missione del Fondo Ambiente Italiano, che dal 1975 opera su tutto il territorio nazionale con lo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio storico, artistico e paesaggistico. Abbiamo intervistato Marinella Curre, capo delegazione della provincia spezzina, territorio in cui il FAI opera da circa 40 anni.

Nel corso degli anni, ci sono stati dei beni, sulla cui tutela, la delegazione spezzina si è principalmente focalizzata?

"Ogni paesaggio è l’unione di natura e storia. Nei grandi eventi, come le Giornate FAI di Primavera o di Autunno ci siamo impegnati ad aprire al pubblico luoghi normalmente inaccessibili. Abbiamo fatto conoscere il palazzo della Prefettura, il Circolo ufficiali della Marina Militare, il palazzo delle poste, l’ex Ceramica Vaccari, il Varignano, Torre Guardiola, il forte Umberto I sull’isola Palmaria e tanti altri luoghi".

Tra le iniziative più importanti del FAI, ci sono i “Luoghi del Cuore”. Quali sono i beni locali che hanno potuto trovare sostegno?

"I “Luoghi del Cuore” è promossa dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Tre sono stati i luoghi del cuore che hanno potuto beneficiare del contributo: il Convento di Monterosso al Mare, la chiesa di San Michele Arcangelo, importante testimonianza della comunità di Pegazzano e la storica scalinata di Monesteroli, a Tramonti".

Ci sono dei beni FAI, anche sul nostro territorio?

"Sì, sul nostro territorio ci sono Podere Case Lovara e Villa Rezzola. Il primo è raggiungibile solo a piedi ed è il fulcro di un progetto di recupero di un mondo agricolo secolare e di sviluppo sostenibile delle risorse locali. Villa Rezzola è invece una antica dimora signorile immersa in un ampio e rigoglioso giardino terrazzato. La sua proprietà è passata nel 1935 alla contessa Mara Braida Carnevale e quindi a sua figlia Maria Adele detta Pupa, che, con suo marito, ha deciso di lasciarla in eredità al FAI perché fosse tutelata e resa accessibile. Sono in corso opere di restauro e valorizzazione".

Maria Cristina Sabatini