"I Medici: gente del Mugello". A Scarperia i ritratti di famiglia

Arte / Quattro opere per riportare i Granduchi di Toscana nella terra d'origine del loro casato

I quadri sono stati realizzati da rinomati artisti fiorentini del Cinquecento

C’è tempo fino al 2 giugno 2024 per ammirare la mostra “I Medici: gente del Mugello. Ritratti di famiglia dalle Gallerie degli Uffizi”, promossa nel programma espositivo di Fondazione CR Firenze e Gallerie degli Uffizi, all’interno dei progetti Piccoli Grandi Musei ed Uffizi Diffusi. L’esposizione evoca la lunga e diffusa presenza medicea nelle campagne e nei paesi che furono la terra di origine della Casata. Quattro ritratti di famiglia dei duchi e delle loro consorti che appartengono ad artisti di prima fila nel panorama artistico fiorentino fra gli anni Trenta e gli anni Ottanta del Cinquecento. Ridolfo del Ghirlandaio ha ritratto Cosimo, figlio di Giovanni dalle Bande Nere e di Maria Salviati, poco più che decenne ma già orgogliosamente consapevole del suo rango, sottolineato sia dal ricco abbigliamento sia dalla presenza dello stemma in alto a destra, recante l’iscrizione «cosmo med». Il ritratto della duchessa Eleonora, moglie di Cosimo e figlia di don Pedro de Toledo viceré di Napoli, fu eseguito da Lorenzo Sciorina un allievo di Bronzino che ripropose con alcune varianti e con toni accademici la celebre tavola del suo maestro, anch’essa oggi conservata agli Uffizi. La principessa indossa un magnifico abito di ‘broccato riccio’ insieme alle perle di cui era appassionata e, diversamente dalla versione bronzinesca dove figura insieme al secondogenito Giovanni, è qui accompagnata da Garcia, il suo ottavo figlio morto giovanissimo di febbri malariche. Anche i ritratti di Francesco I, qui intorno ai trent’anni, e della seconda moglie Bianca Cappello sono concepiti come immagini di rappresentanza. Realizzate da artisti della cerchia di Santi di Tito e di Alessandro Allori, le due effigi si distinguono per la ricerca descrittiva sia nelle espressioni, contenute ma intense, sia nei dettagli d’ambiente, dai tessuti agli ornamenti, pienamente in linea con le tendenze pittoriche in voga a Firenze negli ultimi anni del secolo. Bianca aveva acquistato alcuni poderi intorno a Scarperia e, secondo la tradizione, era particolarmente devota all’immagine miracolosa della Vergine venerata presso la chiesa di Santa Maria a Olmi. È da qui che proviene il ritratto della granduchessa, affrescato nella canonica da dove fu staccato nel 1871 per essere consegnato alle gallerie fiorentine.