
La mobilità è stato un tema centrale, diversi gli spunti di riflessione
Sabato 10 maggio, dalle 9 alle 12, il Nursery Campus di Vannucci Piante ha ospitato la seconda edizione del Pistoia Hackathon – Move the Future, un laboratorio collettivo di idee e visioni per immaginare la città sostenibile di domani. L’evento, inserito all’interno del Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS, è tornato dopo il successo della prima edizione del 2024, confermandosi un appuntamento partecipativo e inclusivo per il territorio pistoiese. L’iniziativa è stata promossa da Vannucci Piante su impulso di Andrea Massaini, in collaborazione con Acli provinciali di Pistoia (guidate da Tommaso Braccesi) e PoieinLab Impresa Sociale (presieduta da Filippo Buccarelli), con il supporto di partner come Hitachi Rail, C&C System Pistoia e Avis Volley Pistoia ASD. «È andata bene: il pubblico che ci aspettavamo è venuto. Abbiamo avuto una buona partecipazione», racconta Andrea Massaini, ideatore e promotore dell’iniziativa. «La mattinata si è articolata in tre momenti principali. Il primo è stato quello preparatorio: già un mese prima abbiamo commissionato un’indagine a PoieinLab, guidata dal professor Buccarelli, per analizzare le percezioni sulla mobilità, con particolare attenzione alle differenze generazionali». Il sondaggio, anonimo e aperto fino al 30 aprile, ha restituito uno spaccato interessante della cittadinanza: «I risultati hanno confermato in parte ciò che già si intuiva: il crescente interesse per l’ibrido e l’elettrico, ma anche le problematiche e la confusione che spesso accompagnano questi temi». Il secondo momento della giornata è stato il cuore dell’evento: il lavoro ai tavoli. Partecipanti di ogni età – dalla Gen Z ai Boomers – si sono confrontati in gruppi misti su temi legati all’ambiente, alla mobilità sostenibile, agli stili di vita e ai modelli di consumo. «Abbiamo voluto unire persone molto diverse per età ed esperienza. C’erano ragazzi di 12-13 anni, ma anche persone di oltre 80 anni. Vedere queste generazioni così lontane sedersi fianco a fianco, mettersi in ascolto reciproco e costruire insieme idee concrete è stato uno degli aspetti più significativi della giornata». Massaini sottolinea anche il valore del format scelto: un laboratorio creativo, giocoso, ma profondamente orientato all’azione. «Il nostro obiettivo era facilitare un confronto vero, ampio e trasversale. Non volevamo una semplice conferenza o dei tavoli tecnici, ma uno spazio dove la cittadinanza potesse davvero prendere parola e sentirsi parte attiva di un cambiamento possibile. E questo è avvenuto». Più che un evento, il Pistoia Hackathon – Move the Future si configura come un vero e proprio laboratorio di riflessione civica, dove il confronto tra generazioni diventa motore di cambiamento. Al centro dell’iniziativa non ci sono solo le idee progettuali, ma soprattutto il processo che le genera: un percorso partecipativo che valorizza l’ascolto, la contaminazione tra punti di vista e la costruzione condivisa di visioni per il futuro. Lo spirito dell’Hackathon è profondamente educativo e inclusivo: promuove una cultura del dialogo intergenerazionale in cui le generazioni più giovani non sono semplici spettatrici, ma protagoniste attive. Ragazzi e ragazze a partire dai 12 anni sono stati coinvolti in tavoli di lavoro insieme a adulti e anziani, in un contesto che ha abbattuto le barriere di età e competenza per far emergere la ricchezza delle differenze. «Abbiamo voluto creare un ambiente in cui ogni voce potesse avere spazio», ha spiegato Andrea Massaini, ideatore dell’iniziativa. «Lo scambio tra generazioni ha dimostrato quanto sia importante mettere in contatto prospettive diverse, soprattutto quando si parla di mobilità sostenibile e nuovi stili di vita». In questo senso, l’Hackathon è anche un atto di fiducia verso i giovani e la loro capacità di immaginare il cambiamento. Offrire loro strumenti, spazi e occasioni per confrontarsi su questioni complesse è il primo passo per costruire una cittadinanza attiva e consapevole. Non a caso, l’evento è pensato come un’esperienza formativa prima ancora che progettuale: un momento per imparare a lavorare in gruppo, a pensare in modo sistemico, a proporre soluzioni realistiche e condivise. Il vero valore dell’Hackathon, quindi, non si misura solo nei progetti finali, ma nella qualità del processo, nella consapevolezza generata e nella rete di relazioni che si crea. È da qui che può nascere una città più sostenibile, inclusiva e pronta ad affrontare le sfide del domani. «È un’occasione per educare al pensiero critico e alla partecipazione, lontano dalle logiche competitive. Qui i giovani non sono chiamati a “vincere”, ma a contribuire con idee autentiche e responsabili. L’Hackathon diventa così uno spazio in cui crescere come cittadini, non solo come innovatori».