"Il più grande spettacolo dopo il Big Bang"

Il bassista di Jovanotti è un grande appassionato di due ruote ed è amico di Fenati: "Romano è un vero talento, ormai un veterano"

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di Marco Galvani

"Il Motomondiale? E’ il più grande spettacolo dopo il Big Bang".

Passione, adrenalina. Sul palco come sulla griglia di partenza. Le casse che buttano fuori decibel come i motori che iniziano a ‘cantare’ quando si spengono i semafori rossi. ‘Partiamo, andiamo, è la chimica degli elementi’. La chimica delle persone. Perché "in tutti gli sport ci sono gli esseri umani e sono loro che riescono a farti appassionare". Saturnino non è solo il basso di Jovanotti da una vita, con cui condividerà il palco del Jova Beach Party, la megafesta-concerto che partirà il 2 luglio da Lignano Sabbiadoro. E’ un musicista talentuoso, capace di essere a suo agio nel classico come nel rock, nel jazz come nel funk e nell’hip hop. Sempre con passione. Nella musica per merito di gente come Jaco Pastorius, Bootsy Collins e Paul Simonon. Nello sport sempre grazie a chi ha saputo accendere la miccia.

"Arrivato a Milano da Ascoli Piceno, tifavo Ascoli, avevo tanti amici interisti, ma quando mi hanno chiesto di scrivere l’inno del Milan, io ho fatto la mia parte mentre per il testo ho chiesto a Emis Killa. Ha scritto un pezzo profetico, possiamo dire oggi a sette anni di distanza. E poi ci ha pensato Ibrahimovic a farmi innamorare di quella maglia… Zlatan è un mix tra Richard Wagner e i Van Halen".

In fondo "come è stato Marco Pantani per il ciclismo. E nelle moto è successo lo stesso. Valentino Rossi è stato capace di far appassionare chiunque alle gare". Ricorda ancora quando "ci venne a trovare a Rimini, imbracciò il mio basso che era collegato alle casse sul palco e si spaventò dalla botta che sentì appena pizzicò le corde. Lui che non ha paura di andare a oltre 300 all’ora".

Adesso che Vale ha chiuso con il Motomondiale "sto seguendo con molta attenzione e interesse i ragazzi della VR46 Academy, credo che sia un ottimo incubatore di piloti, da lì uscirà il nuovo talento, ma non parliamo del nuovo Valentino o del suo erede. Parliamo di talento, perché ogni pilota ha il suo". Anche se "in effetti non vedo ancora venir fuori un personaggio capace di muovere le folle come Valentino – constata Saturnino -. Perché comunque la differenza la fa sempre il pilota. Ad esempio, per me Romano Fenati è un vero talento e non lo dico perché è ascolano pure lui. E poi ormai è più un veterano del Motomondiale". Sono un contenitore di emozioni le gare di moto. Difficili da descrivere, "le devi vivere. Io sono un motociclista, vedere i cilindri che escono, si muovono è qualcosa che mi affascina perdutamente – confessa -. E poi spostarmi in moto o in scooter, è una grande sensazione di libertà". E se dovesse pensare a un giro di basso da dedicare alla MotoGp, "beh senza alcun dubbio quello di ‘Safari’. Quando l’ho composto ho pensato al basso come a un motore, mi sono ispirato ai motori a reazione, con quel suo incedere quasi wagneriano". E allora ‘questo è un grande giorno da vivere, senza limiti, senza fiato’: "Diamoci dentro, a tutto gas".