"Casanova e Arrabbiata, che spettacolo"

Pasini racconta i segreti del circuito: "Per passare in frenata, la San Donato è il top, ma le staccate alla Scarperia sono da brividi"

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di Fabio Ferri

Tutto in 15 curve, 5245 metri d’asfalto di cui Rossi conosce ogni centimetro, del resto il Mugello per lui non è stato solo un circuito, ma anche casa.

Rossi però stavolta non ci sarà, allora e i consigli su come andar forte al Mugello li mette sul piatto Mattia Pasini.

La prima vittoria del ’Paso’ al Mugello risale al 2006, all’epoca si parlava ancora di 125. Poi un successo in 250 nel 2009 e otto anni dopo un trionfo leggendario in Moto2.

Ora voce del Motomondiale per Sky, tornerà in sella da wild-card proprio al Mugello, con al suo fianco il padre Luca, ex pilota e costruttore di mini moto, che farà parte del suo staff.

La Bucine, l’ultima curva. È vero che in certe occasioni può essere più vantaggioso affrontarla alle spalle dell’avversario per sfruttarne la scia sul rettilineo e superarlo al traguardo?

"Il Mugello – sono parole di Pasini – è una pista particolare, complicata, in cui bisogna danzare con la moto. È una pista molto larga e quindi è facile fare tanti metri in più. Non bisogna aggredire ma farsi trasportare. Uscire bene dalla Bucine e prendere la scia può essere un’opzione, però onestamente io ho vinto tre volte al Mugello e tutte e tre le volte ero davanti all’ultima curva."

Sul lungo rettilineo di partenza non si può perdere tempo. 1141 metri in salita da affrontare a gas spalancato... Importante però è anche la staccata della San Donato, la principale zona di sorpasso del circuito?

"Se vuoi passare in frenata ci sono tre punti. La San Donato, l’ingresso della Materassi-Borgo San Lorenzo, e la staccata della Scarperia. Al Mugello però si può attaccare anche in mezzo alle varianti, tenendo una linea più interna. Io ad esempio ho fatto così nel 2007 quando ho superato Marquez."

Valentino Rossi diceva che la seconda marcia o è buona per affrontare la Luco-Poggio Secco oppure per la Materassi-Borgo. Perchè?

"Al Mugello trovare la giusta rapportatura del cambio è molto difficile, anche perchè principalmente si percorre tutto con due marce, la seconda e la terza."

La parte più iconica del circuito e forse la più tecnica è quella che va dalla Casanova-Savelli all’Arrabbiata 1-Arrabbiata 2.

"Per me sono le quattro curve più belle del mondo. Scendi giù in discesa nella Casanova, devi pennellare la traiettoria, poi c’è la Savelli che ha un leggero banking e quindi ti permette di fare tanta percorrenza e poi l’Arrabbiata..."

Dopo l’Arrabbiata la staccata della Scarperia-Palagio, il Correntaio ed un’altra serie di curve insidiose, le Biondetti.

"Arrivi con l’accelerazione in uscita dal Correntaio. Sono una variante molto veloce e molto difficile da affrontare perchè con una velocità così alta la moto pesa tanto. Bisogna riuscire a tagliare le curve e portare tanta velocità verso la Bucine."