Il sogno dei tifosi: una nave corsara viola

L’estate del calcio è la stagione delle speranze. E con Jovic, Dodò, Mandragora e Gollini anche le grandi squadre devono temere..

Stefano Cecchi

Cos’è la mezza estate se non il tempo del sogno? E se Shakespeare nel ‘600 riuscì a far sognare insieme personaggi reali e personaggi immaginari come fate ed elfi, perché mai non dovrebbero farlo oggi i sognatori più letterari di tutto il mondo e cioè i tifosi viola? Verranno le nuvole dell’autunno e magari ci diranno diversamente, ma oggi, con l’estate che resiste, è bello pensare a una Fiorentina come una sorta di nave corsara del campionato. Una squadra pronta a dare all’assalto alle corazzate della serie A, con l’idea di poterne affondare qualcuna e guadagnare così la rotta verso gli approdi dell’Europa che conta. In fondo, in queste settimane l’equipaggio viola si è arricchito di personaggi che hanno dalla loro il gusto dell’avventura e il fascino della scommessa.

Come Dodò, incursore brasiliano per disposizione naturale, un’ala destra che, sotto false spoglie di terzino, è chiamata a soffiare vento nelle vele laterali della squadra, scompaginando con la sua corsa travolgente gli assetti difensivi avversari.

Come Mandragora, con quel nome da pozione medievale che già ispirò la commedia di Machiavelli, che sembra avere dentro pure lui il veleno per corrodere gli avversari e la magia per far ripartire l’azione. Mandragora, l’uomo del rigore e della visione, colui che nella zona mediana del campo detterà il battito cardiaco della squadra e la farà respirare.

E poi là dietro Gollini, con quel fisico che sembra nato solo per sbarrare la porta agli attaccanti avversari. Trapper corrosivo e debordante, è così portiere dentro da dimostrarlo pure nella fisiognomica e nell’irriverenza. Così come non si può sbagliare nel definire cosa sia Luca Jovic. Basta vederlo muoversi in campo per captare in lui la prepotenza del centravanti, la cattiveria agonistica di chi ha rinunciato da sempre all’altruismo per dedicarsi all’unica cosa che conta nel calcio: fare gol. A ogni costo. In ogni modo. Rifacendosi così anche lui a Machiavelli, nel caso non al commediografo ma al filosofo del fine che giustifica ogni mezzo. Calcio e scienza della politica. E siccome a legare insieme avventura e scommessa è rimasto un nocchiero che conosce le insidie del mare e sa fiutare il vento buono, l’idea è davvero che la Fiorentina possa cavalcare sulle onde del campionato con l’impeto di una nave corsara. Pronta a predare i potenti nel nome della buona causa viola. Magari finirà diversamente. Ma oggi è mezza estate, il tempo del sogno e dell’immaginazione. Il primo che fa suonare la sveglia, o non ama Shakespeare o non ha il cuore viola.