"Infermieri, prime sentinelle degli abusi"

Intervista al presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale di Firenze e Pistoia, Danilo Massai

Danilo Massai, il presidente di Opi Firenze-Pistoia

Danilo Massai, il presidente di Opi Firenze-Pistoia

L’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale di Firenze e Pistoia è da sempre impegnato nel contrasto alla violenza di genere e nella tutela delle donne sia come pazienti che come professioniste. Un tema inevitabilmente molto sentito per una categoria formata per la maggior parte da donne, che spesso si trovano a essere in prima persona vittime di aggressioni mentre svolgono il proprio lavoro. Ne abbiamo parlato con Danilo Massai, presidente di Opi Firenze - Pistoia.

Presidente Massai, come si gestisce in ambito sanitario un caso di violenza?

"L’infermiere, che è quasi sempre la prima figura a venire a contatto con il paziente, è una vera e propria sentinella di violenze o abusi. Il pronto soccorso rappresenta infatti sia il luogo in cui si accede alle cure strettamente fisiche sia, grazie al Codice Rosa, un percorso strutturato di aiuto e supporto. Sono spesso gli infermieri a dover cogliere quello di cui ha bisogno, in quel momento, la persona che è davanti a loro. Per questo devono essere correttamente formati, in modo da fornire assistenza personalizzata e sostegno professionale".

Poi c’è l’altro lato della medaglia, ovvero la violenza perpetrata sugli operatori sanitari.

"Quasi quotidianamente infermiere e infermieri si trovano a dover gestire manifestazioni di violenza dalle minacce fino, nei casi più gravi, alle aggressioni vere e proprie. Come Ordine ci facciamo portavoce della sicurezza e della qualità della vita degli infermieri, chiedendo da tempo leggi e regolamenti più rigorosi per far sì che i datori di lavoro del settore socio-sanitario prendano le misure necessarie per proteggere i professionisti. Il processo per migliorare l’ambiente di lavoro inizia con l’assunzione del personale, la valutazione della sicurezza, l’utilizzo di un appropriato sistema di segnalazione per raccogliere i dati e la formazione di un comitato per analizzarli regolarmente e fornire raccomandazioni". Anche in questo caso, l’emergenza Covid ha peggiorato la situazione?

"Il tasso di incidenti dovuti a violenza sul posto di lavoro (quelli che richiedono giorni di riposo per riprendersi) nell’assistenza è quadruplicato dal 2020 al settembre 2021. Un dato rilevato con un sondaggio telefonico anonimo tra gli iscritti al nostro Ordine. Gli infermieri hanno riferito che nell’ultimo anno, il 23% ha subito aggressioni verbali o non verbali da parte di una persona autorevole, il 31% ha subito aggressioni verbali o non verbali da parte di un pari e il 35% è stato minacciato verbalmente eo fisicamente da un paziente o da un membro della famiglia". Qual è la situazione delle donne nella professione infermieristica?

"La nostra professione è caratterizzata da un alto numero di donne. Professioniste che si trovano a gestire una vita organizzata su turni che spesso mal si concilia con l’ambito familiare. Un problema accentuato dal Covid: in emergenza tante infermiere hanno dovuto restare lontano da casa per proteggere la famiglia, dormendo spesso nelle strutture messe a disposizione. A questo si aggiunge il doversi confrontare con episodi di violenza di diverso genere. Credo che le istituzioni e le aziende sanitarie debbano tenere ben presente questo aspetto nella definizione dei propri protocolli".

Opi Firenze - Pistoia come si sta muovendo sul tema della lotta alla violenza di genere?

"Anche se il Covid ha inevitabilmente rallentato i progetti e le azioni messe in campo, l’Ordine è sempre stato molto sensibile al tema. Negli anni abbiamo organizzato iniziative, eventi formativi, flash mob e momenti di confronto anche su temi meno conosciuti come le mutilazioni genitali femminili: crediamo che la violenza vada arginata in ogni ambito e sfumatura. Per questo continueremo a cercare di fornire ai nostri colleghi quanti più strumenti possibile per identificare e gestire la violenza di genere, anche sul lavoro".