"Commercianti in prima linea Vogliamo essere un esempio"

Ilaria Scarselli, vicepresidente Confesercenti Firenze: "Protocollo con Inail. Codice etico per sensibilizzare imprese e lavoratori sui comportamenti corretti"

Una delle panchine rosse inaugurate in questi giorni in numerose città

Una delle panchine rosse inaugurate in questi giorni in numerose città

di Sandra Nistri

FIRENZE

Le azioni contro la violenza di genere vanno a braccetto, per Confesercenti, con un’opera di sensibilizzazione, avviata da diversi anni, delle imprese associate. Imprese come quelle del commercio che, in maggioranza, sono al femminile. Ne parliamo con Ilaria Scarselli vicepresidente Confesercenti Firenze.

Quali sono le azioni di contrasto alla violenza di genere che avete messo in atto?

"Come Confesercenti da sempre abbiamo cercato di impegnarci nei confronti delle imprese su questo tema. Da qualche anno, in particolare, abbiamo già attivato un percorso di sensibilizzazione per le imprese contro la violenza di genere nato inizialmente con la Camera di Commercio. Poi, l’anno scorso, è stato fatto un passo avanti importante con la sottoscrizione di un protocollo con Inail".

Cosa prevede il protocollo?

"E’ un codice etico in cui si va a definire, tra le altre cose, anche cos’è la violenza di genere e si va a sensibilizzare sia l’imprenditore che i lavoratori sul tema e sui comportamenti corretti da adottare. Questo è di supporto all’impresa perché si pone come una sorta di guida ma anche perché permette di ottenere una agevolazione per il pagamento del premio Inail. Gli imprenditori, dunque, hanno un ritorno concreto nell’effettiva applicazione del protocollo, non si tratta solo di una cosa teorica che resta sulla carta".

Dal vostro osservatorio qual è il quadro che emerge nelle imprese rispetto a questo tema?

"Partiamo dal presupposto che le nostre imprese sono prevalentemente al femminile e lo sono dal punto di vista imprenditoriale. Le nostre sono micro imprese: la titolare, se ha dipendenti, ne ha pochi quindi non abbiamo grandi casistiche da valutare. Dal nostro osservatorio emerge però un fenomeno preoccupante che coinvolge direttamente le imprenditrici. Non dovrebbero mai accadere casi di violenza di genere contro nessuno e questo è scontato: mentre però per un dipendente è più facile intraprendere il percorso per arrivare anche a una denuncia rivolgendosi alle forze dell’ordine, alle associazioni, alle case rifugio che, per fortuna, a Firenze ci sono e funzionano, lo stesso non accade per le imprenditrici".

Cioè?

"Se io imprenditrice subisco violenza sul posto di lavoro o al di fuori, spesso in ambito familiare, a chi lascio la mia azienda? Se l’imprenditrice vuole tutelarsi come persona deve rinunciare non al proprio lavoro in sé per sé ma anche alla propria impresa. Ci sono state casistiche di imprenditrici che si sono trovate a dover pensare prima all’azienda e poi a sé ed è una cosa che riteniamo grave".

Cosa farete il 25 novembre?

"Supportiamo una iniziativa del Centro antiviolenza Firenze e allestiremo coccarde rosse al mercato di Natale che vede tantissime presenze e sosteniamo il progetto Gift dell’Associazione Nosotras".