Un futuro più consapevole "Chi produce e chi acquista: promuovere scelte virtuose"

La sociologa Francesca Forno: "Siamo tutti chiamati alla correttezza dei comportamenti "Privilegiare i beni realizzati a livello locale, nel rispetto dell’ambiente e del lavoro".

FIRENZE

"L’economia sostenibile è una economia che riconosce che il nostro modello di produzione e di consumo non è sostenibile nel tempo. Produttori e consumatori sostenibili condividono l’idea dell’urgenza di fare qualcosa e soprattutto condividono un’idea di futuro che mette le persone (tutte) e l’ambiente prima del proprio interesse privato. L’economia sostenibile è una economia che non deteriora l’ambiente e non sfrutta le persone". Si parla di consumo responsabile con Francesca Forno, docente di Sociologia all’Università di Trento.

Professoressa, la nostra società è "sostenibile"?

"Dal punto di vista ambientale basta pensare all’enorme quantità di rifiuti che produciamo per avere una risposta. Dal punto di vista sociale, basta ricordare le immagini di lavoratori poveri che producono i nostri vestiti o il cibo e alle enormi disparità tra le persone. Il consumismo è responsabile dell’impoverimento delle economie locali, in una corsa al ribasso di salari e prezzi".

Le produzioni sono dettate dal consumo o lo dirigono?

"Il potere e la capacità di influenza di chi produce è superiore a quello dei consumatori. Quella del ‘voto con il portafoglio’ è un’idea spesso utilizzata per dare ai singoli cittadini responsabilità superiori alla loro possibilità di intervento. Se è vero che come individui abbiamo dei margini di scelta e dalle nostre scelte di consumo deriva in teoria ciò che viene prodotto, le nostre scelte sono determinate dalle nostre possibilità economiche, dal grado di informazione e anche dall’accessibilità non solo in termini economici dei beni che servono nella vita quotidiana. E’ facile fare l’esempio del cibo. Ormai ciò che fa bene alla nostra salute e all’ambiente è noto, ma sono gli ambienti alimentari in cui viviamo che ci facilitano la scelta nell’adozione di una dieta sostenibile. Mi trovo in questi giorni a Palermo, dove frutta e verdura sono a tutti gli angoli della strada. Diversa è stata la situazione a Milano durante la pandemia: in alcuni quartieri in lockdown era impossibile approvvigionarsi di frutta e verdura fresca per l’assenza di fruttivendoli e i supermercati erano lontani".

Qual è il comportamento virtuoso nell’approccio ai beni di consumo?

"In generale si sottolinea come sia da privilegiare il più possibile la produzione locale, i beni prodotti nel rispetto dell’ambiente e del lavoro. Per me il comportamento virtuoso è quello che risponde alla logica del ’meno e meglio’, nel senso di cercare di comprare ciò di cui si ha realmente bisogno, aumentando la nostra consapevolezza sul fatto che i nostri consumi sono per la gran parte indotti dalla pubblicità di chi ha interesse a vendere ciò che non necessariamente serve".

Consumiamo l’ambiente?

"Il concetto di consumo ha due radici storiche. Una è emersa dall’economia politica nel XVIII secolo per descrivere le relazioni di mercato distinguendo il consumatore dal produttore. L’altra è una nozione precedente, derivante dal latino che aveva una connotazione negativa: distruggere, sprecare, consumare. Si, stiamo consumando e sprecando l’ambiente. Ogni anno ci viene ricordato dall’organizzazione di ricerca internazionale Global Footprint Network (Gfn) che calcola l’Earth overshoot day: il giorno dell’anno in cui l’umanità entra in deficit ecologico con una domanda di risorse che eccede quello che la Terra è in grado di rigenerare nello stesso arco di tempo. Una data sempre più vicina all’inizio dell’anno".

Quali sono i rischi di un consumismo ‘non sostenibile’?

"Sono sotto gli occhi di tutti: surriscaldamento globale, siccità, aumento del numero di persone costrette a immigrare per questioni climatiche, l’enorme quantità di rifiuti e l’aumento della povertà e della differenza tra chi ha troppo e chi non ha nulla. Ma le responsabilità di tutto ciò non sono uguali: alcuni hanno consumato e continuano a consumare troppo e altri hanno consumato e continuano a consumare troppo poco".

Paola Tomassoni