Nuove dimensioni del vivere "Le sfide dell’urbanistica e la frontiera della qualità"

Il presidente Anci Toscana, Matteo Biffoni: "Far dialogare i grandi centri con i territori interni, perché abbiano le stesse opportunità in termini di servizi".

di Matteo Biffoni*

PRATO

La sostenibilità è ormai una condizione imprescindibile quando si parla del futuro delle città, di sviluppo, di urbanistica; ma il percorso concreto per arrivare a una nuova dimensione urbana ha bisogno di preparazione, di studio, di confronto costante tra le diverse realtà per un’ottimale integrazione tra le esigenze dei piccoli centri e quelli delle grandi aree metropolitane.

L’Agenda 2030 dell’Onu, che fissa le linee guida e i 17 obiettivi per trovare soluzioni comuni alle grandi sfide aperte, che vanno dalla povertà ai cambiamenti climatici, dal degrado dell’ambiente alle crisi sanitarie, aiuta a tenere traccia del percorso e degli obiettivi anche sul fronte della sostenibilità del vivere. Ed è a livello locale che questa Agenda va tradotta in azioni e strategie che ne permettano una concreta e rapida attuazione, con l’obiettivo di ripensare le città grandi e piccole perché possano essere resilienti e preparate a prevenire i rischi e a costruire le condizioni per una dimensione urbana prospera, equa e sostenibile.

E’ in questo quadro che la Toscana e le sue città stanno portando avanti le loro politiche, dove la sostenibilità è un comune denominatore ormai indiscusso: e oggi i buoni risultati e le buone pratiche cominciano ad essere importanti e riconosciuti, dall’efficientamento energetico degli edifici agli investimenti sulla mobilità sostenibile, all’incentivazione del riuso e dell’economia circolare. Da tempo noi sindaci siamo impegnati su questo fronte, anche attraverso le diverse iniziative di confronto e studio che portiamo avanti con Anci Toscana insieme con la Regione Toscana per condividere strumenti ed esperienze, per riepilogare il percorso fatto sui territori e approfondire come attuare la strategia regionale di sviluppo sostenibile e la sua declinazione a livello locale.

E’ evidente infatti la necessità di coordinamento tra i territori, in particolare per i Comuni più piccoli, con una strategia che vada anche oltre i grandi progetti messi a terra con il Pnrr: un obiettivo concreto e fattibile se si lavora insieme, creando soluzioni di continuità sul fronte delle infrastrutture, della mobilità, della forestazione e del raggiungimento della carbon neutrality.

Se infatti oggi con i progetti Pnrr, ma non solo, c’è una opportunità unica per cambiare la qualità della vita dei territori e in particolare delle città, vero motore del cambiamento anche grazie alle politiche dei Comuni, questo non potrà essere possibile se il cambiamento non terrà conto delle diverse peculiarità dei territori e della necessità di una sinergia tra i grandi centri e le cosiddette aree interne. I territori montani, le comunità più lontane dai capoluoghi, devono essere valorizzate e tutelate con politiche integrate a quelle dei grandi centri: è chiara la necessità di politiche ‘compensative’ e norme specifiche per i territori interni e montani (come già si comincia a fare per la risorsa idrica), perché i cittadini che li abitano possano avere le stesse opportunità di chi sta in città in termini di servizi, trasporti, scuola, sanità.

Sempre in quest’ottica serve un sostegno più strutturato per le aree interne, che tenga conto delle reali esigenze di comuni e popolazione. In questo senso è preziosa la collaborazione tra le istituzioni locali che fa della Toscana un modello a livello nazionale: è una strada da continuare e seguire, perché soltanto lavorando insieme si può incidere sulle scelte regionali e nazionali che possono cambiare davvero la qualità della vita dei cittadini e delle comunità.

E non è un caso se l’Europa ha scelto i Comuni toscani per guidare e coordinare il progetto Climaborough, che coinvolge 28 soggetti di 15 diversi Paesi. Un progetto che mira alla neutralità climatica attraverso il miglioramento della pianificazione urbana e territoriale, in particolare in settori come energia, trasporti, rifiuti ed economia circolare, arrivando al meglio all’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, come richiesto appunto dall’Unione europea. Intervenire sulla riduzione delle emissioni nelle città è infatti la priorità, dal momento che le città consumano oltre il 65% dell’energia e rappresentano oltre il 72% delle emissioni globali di CO2. Solo con buone politiche locali si possono raggiungere obiettivi globali.

* Presidente Anci Toscana-Associazione Nazionale Comuni Italiani