La resistenza del bivacco Aronte Un punto rosso sulla Focolaccia

Costruito nel 1902 sul passo a 1.642 metri di altezza dal Cai di Genova ora ristrutturato dalla sezione di Massa. A luglio l’inaugurazione. E’ stato testimone silente dei cambiamenti provocati dall’attività estrattiva.

La resistenza del bivacco Aronte  Un punto rosso sulla Focolaccia

La resistenza del bivacco Aronte Un punto rosso sulla Focolaccia

C’è un piccolo puntino rosso fra le vette più alte delle Apuane. Si vede benissimo dall’alto anche utilizzando le mappe virtuali con immagini satellitari. Una ‘goccia’ colorata, circondata dalle ferite del marmo bianco e dal verde delle montagne intorno. E’ lo storico Bivacco Aronte, il più vecchio, costruito nel 1902 e il più in alto delle Alpi Apuane a 1.642 metri di altezza sul passo della Focolaccia.

Una struttura che è punto di riferimento essenziale per gli escursionisti, soprattutto, in inverno se ci si trova in difficoltà sul monte Cavallo o la Tambura. Un riparo per proteggersi dal sole nelle ore più calde e un ricovero per la notte che ha ospitato diverse generazioni di alpinisti, testimone silente del mutare– del paesaggio circostante dove l’attività estrattiva ha rubato spazi alla montagna e una sorgente di acqua ha smesso di fornire il suo ‘oro azzurro’. Da qui sono passati migliaia di escursionisti anche illustri e forse il più conosciuto di tutti è il fisico Enrico Fermi.

Era il 1920, fra il 10 e il 13 agosto il fisico, non ancora ventenne, assieme ad altri amici alpinisti raggiunse il bivacco Aronte. A testimonianza resta una firma nitida, leggibile sul libro del rifugio in cui sono state descritte minuziosamente le tre giornate che il gruppo passò sulle Apuane, utilizzando proprio Aronte come punto di appoggio per le varie escursioni in vetta. Enrico Fermi era un grande amante delle vette delle Apuane che scalava spesso e volentieri: tantissime foto testimoniano le sue avventure. E ancora Pontecorvo, Elso Biagi, Nello Conti e tanti altri. Un contenitore di storie e di vita il bivacco Aronte, diventato anche il simbolo della lotta contro l’attività estrattiva selvaggia e che oggi sta tornando all’antico ‘splendore’: a ottobre sono iniziati i lavori di ristrutturazione del Cai di Massa. Un’operazione non semplice, del costo di circa 15mila euro cofinanziata dal Parco Alpi Apuane. L’inaugurazione con riapertura è prevista a luglio: restituirà alle Apuane, alla città e a tutti gli amanti della montagna non solo un bivacco ma un simbolo che ha ottenuto da poco anche il riconoscimento della Soprintendenza di ‘edificio di interesse culturale’.

Francesco Scolaro