
L’altruismo in prima linea "La nostra borsa della spesa contiene un po’ di cibo per tutti"
di Franco Antola
LA SPEZIA
E’ una rete fitta di solidarietà che spazia dai volontari “di prima linea” - quelli che si occupano della consegna delle “borse della spesa” frutto del recupero e del ri-uso dei generi alimentari (ma non solo) altrimenti destinati alla discarica – alle associazioni più strutturate, che si fanno carico di organizzare e convogliare quintali di generi alimentari, soprattutto frutta e verdura, verso chi non sempre dispone delle risorse sufficienti per fare acquisti regolari nel normale circuito della distribuzione. Famiglie, donne e uomini soli che alimentano una filiera alternativa, discreta e quasi sotto traccia, di cui si ha consapevolezza soprattutto il sabato, quando in piazza del mercato arrivano le “forniture” e attorno alle 14 si procede alla consegna, dopo che i volontari, riconoscibili dalla loro pettorina, hanno rimesso in ordine le confezioni di cibo.
A tirare le fila di questa complessa organizzazione, che ha cominciato a muovere i primi passi nel lontano 2003 con la nascita del Tavolo delle povertà ed è andata via via sempre più strutturandosi sulla base di appositi protocolli, grazie anche a leggi nazionali – prima quella del 2003, poi la 166 del 2016 che ha molto semplificato procedure e adempimenti – è l’Associazione Buonmercato. Che negli anni, come spiega l’attuale presidente Eloisa Guerrizio, è diventata capofila del settore, un impegno sviluppato grazie alla collaborazione del Comune di Spezia, che ha introdotto anche incentivi di natura fiscale con sconti sulla Tari per gli operatori economici che presentino la bolla attestante la consegna dei cibi e dei prodotti invenduti, e a una fitta rete di soggetti, pubblici ma soprattutto privati, dalle scuole alle aziende; dalle Pubbliche assistenze, come quella di Spezia e Sarzana, alla Croce rossa. E poi la Caritas con le parrocchie, la Chiesa evangelica e quella mormone, la Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni, che manda “in prima linea” i suoi volontari un sabato al mese. Ci sono anche gli enti militari, Arsenale compreso, che hanno accettato di convogliare ingenti quantità di cibo non consumato nelle mense, come quella della caserma Duca degli Abruzzi. Sulla scia di questo intreccio virtuoso si è andati anche oltre, sviluppando una sorta di welfare di strada, con un ambulatorio mobile che il lunedì staziona presso i salesiani di via Roma, il giovedì davanti alla stazione ferroviaria e l’ultimo mercoledì del mese svolge assistenza itinerante per chi non voglia o non possa rivolgersi alle strutture pubbliche.
Il luogo principale della raccolta alimentare è lo spazio interrato di piazza del mercato, dove avrebbe dovuto essere realizzato il Diurno. E’ qui che operano mediamente una quarantina di volontari. Gli altri due poli della solidarietà sono le due mense, quella dei frati di Gaggiola, la mattina, e Missione 2000, la sera. Ma centri di raccolta e assistenza sono operativi anche a Sarzana, come quello di San Francesco, dove il mercoledì vengono stoccati i prodotti in esubero dell’Ipercoop, la frutta e la verdura proveniente da Pallodola, e dove è particolarmente attiva nella fornitura alimentare la San Vincenzo. Il proprio contributo lo danno anche i volontari della Pa di Ceparana, che si fanno carico di ritirare e distribuire il pane in eccedenza.
"E’ un impegno che ha consentito di realizzare una vasta filiera – spiega Eloisa Guerrizio, che presiede un consiglio direttivo composto da undici consiglieri -, in cui ognuno dà il proprio contributo, con la mobilitazione di tanti partner, ciascuno operante nel proprio ruolo. Particolarmente prezioso il contributo delle due pubbliche assistenze di Spezia e Sarzana, con i loro presidenti Tiziano Battaglini (e l’attivissimo volontario Inaco Bianchi) e Giorgio Oddi".
Alla stessa rete fanno capo anche servizi diversi, come quello che consente di impiegare, grazie anche al contributo di Auser, ragazzi e adulti inviati a scontare pene sotto forma di servizi sociali. Alcuni di loro, esaurito il numero di ore stabilito, a volte si fermano e vanno ad incrementare le fila del volontariato. Ma quale è l’identikit di chi si rivolge a Buonmercato per ricevere forniture di generi alimentari? "All’inizio – sottolinea la presidente dell’associazione – erano soprattutto stranieri, per lo più dominicani che arrivavano direttamente dal loro Paese, ed erano molto più numerosi rispetto agli italiani. Oggi quegli stranieri di terza o quarta generazione arrivano in piazza del mercato, per dire, da piazza Brin. Gli italiani dal canto loro sono notevolmente cresciuti, sintomo di un disagio sociale notevolmente cresciuto".