Protesi mammarie: tutto quello che dovete sapere

Studio Medico del Dott. Quercioli

Studio Medico del Dott. Quercioli

In un intervento di aumento del seno le protesi mammarie rappresentano un aspetto fondamentale, non solo perché il risultato estetico dipende in buona parte dalla loro forma e dimensione, ma anche perché si tratta di dispositivi che, dopo l’intervento, faranno parte del corpo della paziente per il resto della vita. “Questo rende estremamente importante la scelta effettuata dal chirurgo – spiega il Dott. Fabio Quercioli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica a Firenze – scegliere esclusivamente impianti di ultima generazione e di qualità garantita significa maggior sicurezza per la salute della paziente.

Le protesi mammarie oggi sono disponibili in un’ampia gamma di dimensioni e volumi, tale da soddisfare qualsiasi esigenza:

In base alla forma, possiamo distinguere protesi rotonde, più adatte per dare volume al polo superiore della mammella, e protesi anatomiche, per un risultato più naturale.

In base alla proiezione le protesi con basso profilo sono le più “sottili”, quelle dal profilo medio creano un effetto naturale, quelle ad alto profilo, o extra profilo, sono adatte per le pazienti che desiderano un seno dall’aspetto più abbondante.

Il volume è dato dalla quantità di gel di silicone racchiuso nel guscio esterno delle protesi, e ne determina la grandezza: le protesi possono avere un volume variabile, dai 150cc ai 600cc, ma in chirurgia estetica si usano principalmente volumi da 270cc a 330cc.

Le migliori protesi disponibili oggi sul mercato – precisa Quercioli - uniscono caratteristiche di particolare morbidezza ad un’estrema coesività del gel di silicone di grado medicale con cui sono riempite. Grazie a queste prerogative sono in grado di offrire un risultato estetico estremamente naturale, ma soprattutto una garanzia a vita contro le due più temute complicanze della mastoplastica additiva, fortunatamente rarissime, ossia la rottura accidentale della protesi e la contrattura capsulare”.

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A Cura di Dott. Quercioli