Lipofilling, cos’è e quando si usa

Trattamenti al viso

Trattamenti al viso

Il lipofilling, ossia il trapianto di grasso autologo, è una tecnica chirurgica oggi sempre più richiesta per l’aumento di volume e il rimodellamento di varie aree del viso e del corpo, sia a fini estetici che ricostruttivi. La procedura si effettua in sala operatoria, in anestesia locale, con un recupero post intervento solitamente rapido e privo di complicanze, a fronte di ottimi risultati a breve e a lungo termine.

Per la sua straordinaria efficacia il lipofilling è considerato oggi una risorsa preziosa sia in campo estetico che ricostruttivo: “il tessuto adiposo ha un’elevata concentrazione di cellule staminali multipotenti - spiega il Dott. Fabio Quercioli, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva e estetica a Firenze - capaci di differenziarsi in cellule di tessuti diversi, per questo il lipofilling deve essere considerato un intervento sia di rimodellamento che di rigenerazione tissutale. Le varie aree del viso e del corpo su cui possiamo intervenire beneficiano non solo di un rimodellamento del tutto naturale dei volumi, ma anche di un evidente ringiovanimento cutaneo con maggiore compattezza e tonicità della pelle.

Il miglioramento che il lipofilling può apportare ai tessuti cutanei e sottocutanei è particolarmente evidente nelle aree ulcerate, sulle cicatrici e sui tessuti danneggiati dalla radioterapia, quando si effettua una ricostruzione mammaria con protesi post mastectomia. “Il grasso autologo - spiega ancora Quercioli - ci aiuta ad aumentare lo spessore del tessuto, rendendo gli impianti meno visibili e la mammella più soffice e naturale, riducendo la possibilità di indurimento e deformazione del seno e la formazione di pieghe di tessuto nel quadrante superiore. Nella ricostruzione con lembi autologhi, il grasso può integrare il volume e correggere eventuali asimmetrie con la mammella controlaterale”.

Per poter sfruttare questa preziosa opportunità è necessario però disporre di un quantitativo piuttosto abbondante di adipe, perché parte del grasso trapiantato va incontro ad un fisiologico riassorbimento nei primi mesi dopo l'intervento. ”Con l’impiego di speciali microcannule e sofisticate apparecchiature possiamo preservare al massimo l’integrità delle cellule adipose da trapiantare, in modo da ottenere risultati prevedibili – conclude lo specialista - la percentuale di innesti che attecchiscono è ormai elevatissima”.

A Cura di Dott Quercioli