GRETA ERCOLANO
Calcio

"Successo straordinario". Ma il viaggio continua

Lo storico capitano si racconta a “La Nazione“, a cavallo tra il passato e il futuro "Sono tornato per riportare il Livorno tra i professionisti: è lì che merita di stare".

Il saluto di Luci alla curva amaranto all’ultima gara casalinga (Foto Novi)

Il saluto di Luci alla curva amaranto all’ultima gara casalinga (Foto Novi)

di Greta Ercolano

Come cantava Antonello Venditti? "Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano" una strofa quella del cantautore romano che calza a pennello per descrivere il legame che unisce Livorno e Andrea Luci, da tutti ribattezzato ormai "Il più amaranto di sempre". Un amore indissolubile interrotto solo dalla volontà di altri, ma che nel momento del bisogno si è riacceso più ardente che mai. "Sono tornato per riportare l’U.S Livorno tra i professionisti, dove merita di stare, non è stato facile dopo 4 anni di dilettantismo ma prima del ritiro mi ero ripromesso di restituire a questa piazza il posto che merita" ha spiegato il capitano Andrea Luci.

Questa promozione è il più grande successo della sua carriera? "Per certi versi sì, anche se devo dire che la più bella resta quella dalla B alla A, quella di quest’anno la metto al secondo posto anche se per alcuni aspetti è stata più difficile da raggiungere, al contrario di quello che si potrebbe pensare vincere campionati di lega inferiore a volte è più arduo rispetto a vincere campionati più prestigiosi".

Quando ha capito che ce l’avreste fatta?

"La consapevolezza che ce l’avremmo fatta è arrivata dopo Natale, quando abbiamo infilato una serie di vittorie, lì abbiamo capito che l’obiettivo era vicino, ho provato un grande orgoglio per aver condotto un campionato così".

Cosa ricorderà per sempre di questa stagione?

"Una parte molto importante per me è l’aver fatto crescere tanti giovani, sono migliorati tutti, questo per me è molto importante perché il futuro del calcio sono loro".

Nel suo futuro amaranto ci saranno proprio i giovani?

"Si credo che dalla prossima stagione allenerò le giovanili, anche se non abbiamo ancora parlato delle squadre".

Cosa le mancherà di più del calcio giocato?

"Sicuramente lo spogliatoio durante la settimana, io sono sempre stato uno di quelli che arrivava due ore prima e se ne andava un’ora dopo, mi mancheranno tutte quelle amicizie e quei legami che si vengono a creare all’interno della squadra nel corso della stagione".