MICHELE BUFALINO
Calcio

Andata e ritorno da incubo

Errori arbitrali hanno condizionato le due partite con i pugliesi dell’anno scorso

Andata e ritorno da incubo

Andata e ritorno da incubo

Una partita che ha lasciato il segno, sia all’andata che al ritorno, tra mille polemiche e carte bollate sull’arbitraggio. Se all’andata della sfida tra Bari e Pisa – disputatasi nell’autunno 2022 – era stato un "pugno" a Touré (nella foto) da parte del portiere avversario ad aver generato grandi discussioni, poiché l’arbitro Cosse non aveva visto l’azione e non aveva consultato il Var, fu al ritorno, il 23 aprile scorso, che impazzò la protesta e la polemica feroce.

Che cosa accadde? All’88’ della sfida tra Pisa e Bari dell’Arena, il direttore di gara Andrea Colombo concesse un rigore, poi trasformato da Antenucci che decretò il 2-1 finale, per un tocco di mano in area pisana. Secondo il Pisa però l’azione era da annullare perché – pochi secondi prima – l’arbitro aveva toccato il pallone deviandone la traiettoria, senza fermare il gioco.

Un episodio controverso tanto che la dirigenza nerazzurra ascrisse l’episodio nella casistica degli errori tecnici tanto da voler far ripetere la partita. Dura fu la reazione a caldo dell’ex tecnico D’Angelo: "L’arbitro avrebbe dovuto interrompere il gioco, non fare l’uno-due con Morachioli – disse D’Angelo –. Quando abbiamo chiesto spiegazioni, ci è stato detto sia da lui che dall’osservatore, che l’interpretazione è stata giusta: la cosa grave è quella". La proprietà nerazzurra preannunciò alla federazione di voler fare ricorso, tanto che il risultato non fu omologato. Fin da subito però non fu questo il binario seguito poiché l’arbitro non ammise il proprio errore a referto e neanche l’osservatore arbitrale presente a Pisa per seguire l’operato di Colombo e del Var si espresse negativamente sulla conduzione arbitrale.

Così, dopo il preannuncio di ricorso, il giudice sportivo non omologò il risultato, facendo imperversare ulteriormente le polemiche. Di quell’episodio si parlò a lungo nei rotocalchi televisivi e sui giornali. Pochi giorni dopo arrivò il dietrofront del Pisa, con il direttore generale Giovanni Corrado che motivò in questi termini il passo indietro: "Avevamo fatto un preannuncio di reclamo – dichiarò il diggì nerazzurro in seguito – semplicemente come un atto dovuto. Avremmo avuto tempo fino a questa sera a mezzanotte per presentare il ricorso, ma non lo faremo. Risulterebbe una beffa oltre il danno fare un ricorso che darebbe solo ed esclusivamente una speranza vana ai tifosi e alla squadra e noi non siamo abituati a dare false speranze alla nostra gente – prosegue Giovanni Corrado -. I nostri ragazzi devono trovare giustizia nelle prossime partite. Le percentuali di vincerlo sono pari allo zero ed eviteremo la beffa oltre al danno subito – conclude il diggì -. Restiamo tuttavia di un’opinione nettamente contraria rispetto ai vertici Aia". A distanza di mesi però i veleni sulla partita sono rimasti.