Al Museo Civico di Modena 230 opere del grande caricaturista Umberto Tirelli

La mostra / Fino al 25 aprile sarà possibile visitare un’esposizione che conta tantissimi lavori: disegni, sculture, pitture, maschere e burattini alti 6 metri!

Una delle realizzazioni che si possono apprezzare visitando l’esposizione del Museo Civico

Una delle realizzazioni che si possono apprezzare visitando l’esposizione del Museo Civico

Fino ad aprile, al Museo Civico di Modena, sarà possibile accedere alla mostra intitolata "Umberto Tirelli. Caricature per un teatro della vita" e tutta dedicata al maestro delle caricature di inizio Novecento. L’esposizione è stata allestita nei rinnovati spazi del Complesso San Paolo e propone 230 opere, tra disegni, sculture, pitture, maschere e burattini, in grado di approfondire la centralità di una figura che fece della caricatura l’unico e imprescindibile mezzo di espressione, giungendo a imporsi a livello nazionale ed europeo. Il cuore della rassegna è rappresentato dall’originale "Teatro nazionale delle Teste di legno", alto più di 6 metri, completo di scenografie e burattini, eccezionalmente sopravvissuto ed esposto al pubblico a un secolo dalla sua creazione nel 1921. È questo straordinario manufatto, caso unico di teatro caricaturale animato da burattini di grandi dimensioni raffiguranti i più noti esponenti della politica, del costume e della cultura nazionale del periodo, di cui fanno parte tra gli altri il re Vittorio Emanuele III, Gabriele D’Annunzio, Papa Benedetto XV, Giovanni Giolitti, Giosuè Carducci, Giacomo Puccini, Mussolini, Eleonora Duse, fino alle maschere della Commedia dell’arte e quella modenese di Sandrone, a tradurre le finalità che animano l’opera di Umberto Tirelli: diffondere, attraverso la caricatura, la consapevolezza nei confronti di un tempo segnato da inquietudini, populismi e ambizioni che dal fascismo hanno portato alla seconda guerra mondiale, non mancando di stimolare l’osservazione critica del mondo contemporaneo. L’esposizione è curata da Stefano Bulgarelli e Cristina Stefani. Fondazione Modena Arti Visive "Monitoring Control", la mostra di Paolo Cirio ospitata al FMAV "Monitoring Control" è la mostra di Paolo Cirio a cura di Marco Scotini ospitata dal Fmav, Fondazione Modena Arti Visive. Un appuntamento da non perdere per apprezzare una vasta selezione di opere di questo artista che ha cercato di dare forma visiva a tutte quelle forze che controllano e catturano le nostre esistenze (in modo pervasivo e violento) sottraendosi alla normale percezione e restando accuratamente celate pur operando alla luce del sole. In questo senso, realismo significa superare l’opacità costitutiva del mondo (economico, sociale, giuridico) contemporaneo. Non solo attraverso lo smascheramento di ciò che appare ma anche per mezzo di una modellizzazione di quello che rimane sepolto. Per questo il titolo della mostra, "Monitoring Control" allude ad un doppio monitoraggio: quello esercitato dal potere e, viceversa, quello che le soggettività sociali possono esercitare sulle forme di controllo, attraverso una presa di coscienza del fenomeno e una operazione antagonista. "Monitoring Control", da questo punto di vista, è una sequenza espositiva dei sabotaggi alle forme securitarie e di sorveglianza che si apre e si chiude con la grande torre collocata nello storico vestibolo ottagonale della Palazzina dei Giardini. Con diretta allusione alla torre di controllo del Panopticon, la struttura è centrale e in luogo della postazione di guardia sono montate otto fotografie di iridi oculari e diversamente colorate, a formare una corona ottagonale di grandi dimensioni. Fonte e foto: www.fmav.org Bologna La Galleria Cavour ospita Pistoletto Il Terzo Paradiso, protagonista del lavoro artistico di Michelangelo Pistoletto degli ultimi decenni, è ospitato per tutto il mese di gennaio negli spazi della Galleria Cavour, cuore pulsante dello shopping nel centro storico del capoluogo emiliano. Il simbolo del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto è una riformulazione del segno matematico dell’infinito. I due cerchi opposti significano natura e artificio, l’anello centrale è la congiunzione dei due e rappresenta il grembo della rinascita. In questa installazione i tre cerchi che compongono l’opera sono realizzati con vasi di terracotta contenenti ghiaia bianca, ghiaia nera e alcuni abeti, gli alberi simbolo della stagione invernale. La scelta di collocare questa nostra in Galleria Cavour ha un forte valore simbolico, come sottolineato da Paola Pizzighini Benelli (Magnolia srl): "Costruita alla fine degli anni ’50 dopo il conflitto mondiale in segno di rinascita, la galleria porta con sé lo stesso contenuto di speranza che dobbiamo avere in un momento così delicato". La Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia dà spazio alle opere di Matteo Messori Info / La personale è a cura di Nicola Bigliardi, e in collaborazione con i Musei Civici di Reggio Tra le mostre assolutamente da non perdere in Emilia Romagna c’è anche quella che ha luogo alla Galleria Parmeggiani di Reggio Emilia e allestita in occasione della 17esima edizione della giornata del Contemporaneo: si intitola "ROOF" ed è la prima personale dell’artista emiliano Matteo Messori a Reggio Emilia, a cura di Nicola Bigliardi, in collaborazione con i Musei Civici di Reggio Emilia. Le opere, esposte presso le stanze di Interno 1, dialogheranno con lo spazio come se fossero cadute dal cielo, ispirandosi al concetto di "crisi della presenza" coniato da Ernesto De Martino nel suo libro "La fine del mondo". Questo spaesamento forzato si svilupperà all’interno di un progetto espositivo complesso e sperimentale. Insieme a Nicola Bigliardi, curatore della mostra, Matteo Messori ha selezionato una serie di opere guardando al proprio passato come alla mostra "Antiforma" tenutasi presso la Galleria Ramo a Como del 2018 o a "Status", inaugurata a Nero La Factory (Pescara) nel 2020, ma allo stesso tempo considerandole organismi in grado di mutare, allestendole come corpi tramortiti eppure proattivi. La recente perdita del padre ha portato Messori a rivedere il suo lavoro e a produrre un’opera, "Ultimo fiato", dedicata a questa scomparsa. Da qui l’idea che il lutto sia come un "tetto sopra la testa" che va in frantumi, condizione chiave che contestualizza tutto il progetto espositivo di "ROOF". L’intento della mostra non è citare un momento autobiografico dell’artista ma elogiare i superamenti, esorcizzando quelli che sono i traumi ai quali ogni giorno siamo sottoposti. Nell’edificio fatto costruire da Luigi Parmeggiani, sarà vivido il dialogo tra le opere e l’ambientazione caratteristica della galleria, luogo carico di aneddoti raccolti e elaborati da Messori nella città in cui è nato e cresciuto. Orari di apertura: da martedì a giovedì 15- 18; venerdì, sabato, domenica e festivi: 10-18. Lunedì chiuso.