Siena, 26 giugno 2025 - «Non ho messo segni, se poi ce li troveranno saranno comunque involontari», spiega il pittore del Drappellone di Provenzano Riccardo Manganelli. Tanti quelli che hanno infatti già visto i contradaioli. Il colpo d’occhio, per molti, è stato di un Palio che, per il colore d’insieme, richiamava quello vinto dalla Selva proprio due anni fa, dipinto da Roberto Di Jullo. La tinta terra di Siena, quella usata da Manganelli per rappresentare il tufo, era predominante in verità anche nell’altro Cencio conquistato nel 2015 da Vallepiatta, realizzato da Elisabetta Rogai. Osservando un particolare del Palio, si vede poi che la scritta ’2 luglio 2025’ cala proprio sopra la zona della città sopra il Duomo e piazza San Giovanni.
Una delle quattro ’verdi’ la Selva, insieme a Bruco, Oca e Drago. Bruco, si diceva. I cavalli con le mani dei contradaioli levate al cielo – anche se in questo caso come incitamento e non per accarezzare il barbero –, unitamente alla rappresentazione della Piazza, dominano il Palio vinto da via del Comune nel 2008 da Gingillo su Elisir di Logudoro.
Il colpo d’occhio, quel terra di Siena dell’Amiata più ’forte’, che inclina sull’arancio, ha fatto pensare alle Contrade che oltre alla Selva hanno tale tinta: la Lupa. Ma sono stati tanti, appena svelato il Cencio, a ’leggere’ un drappellone che evocava il Valdimontone.
Ciascuna Contrada, comunque, vede nel palio i propri segni: gli istriciaioli hanno contato le mani levate verso il cavallo, cinque appunto, come il numero della cabala di Camollia.
Una curiosità, infine: nella foto che pubblichiamo Manganelli è insieme al nipote Lapo, dell’Oca, figlio di Andrea. Nel 2023 era uno dei due bambini che estrassero le ghiandine e portò lui Zio Frac a Fontebranda.