ANGELA GORELLINI
Sport

Padalino felice: "Contavano i tre punti Vincere è sempre la miglior medicina"

di Angela Gorellini

Ottantuno giorni dopo la Robur torna a gioire. "Beh, tanti" dice il tecnico bianconero Pasquale Padalino (nella foto). "La cosa più importante era portare a casa il risultato - afferma -, la vittoria è sempre la miglior medicina. I ragazzi non hanno mai mollato, dopo aver subìto il pareggio hanno reagito e, anche stringendo un po’ i denti, hanno portato a casa il risultato. La sofferenza viene vista sempre in maniera negativa, ma non è così: soffrire significa anche capire il momento. Dal soffrire, in questa categoria, non si può prescindere". "E davanti, poi, avevamo un avversario che gioca a calcio e che ti fa correre a vuoto - prosegue il tecnico -, che ha una sua identità e una classifica bugiarda. A questa squadra manca ancora la giusta compattezza, la padronanza del campo, una gestione di palla più serena, ma, lottando con le armi che ha a disposizione, è riuscita a uscire dal campo con i tre punti. A Reggio Emilia, forse, la prestazione è stata migliore, ma siamo tornati a casa a mani vuote… C’è anche da considerare l’impegno ravvicinato, anche se ho inserito forze fresche, come Laverone o gli stessi Bani e Pezzella che domenica erano squalificati".

Padalino, al pronti via, ha deciso di confermare il 3-5-2 visto al Mapei Stadium. "Anche con questo sistema sono stati vinti scudetti - dice il mister -, perché quello che conta è sempre l’interpretazione. Pure con le tre punte, se non avessimo avuto la capacità di stare dentro la partita, non l’avremmo portata a casa. Ho comunque deciso di non modificare l’assetto per non togliere certezze ai ragazzi. Con l’Imolese, lo stesso, abbiamo giocato così, anche se Varela faceva l’attaccante aggiunto". Sui singoli. "Una gara è poco per dare giudizi - sottolinea Padalino -. Da parte dei nuovi c’è stata voglia di fare bene, pur facilitati dai compagni che hanno sfoggiato una prestazione maiuscola. Ora mi aspetto che Cardoselli faccia il Cardoselli, che Meli si sblocchi e mi dia più corsa e struttura. Paloschi, invece, l’ho visto con un’altra mentalità, Guberti ha giocato 40-45 minuti a buon ritmo. Disanto sacrificato? Lo so anche io che è un attaccante, un esterno, che lavora bene soprattutto a binario e che a piede invertito fa un po’ fatica. Non è una punta centrale, ma in certi momenti devo scegliere quello che serve di più alla squadra, a discapito del singolo". In chiusura un pensiero alla famiglia Zamparini. "Le vadano le mie condoglianze e quelle di tutto il Siena".