Vittorio Giunti, il maestro che segnò un’epoca

Particolarmente apprezzato il drappellone dipinto in occasione del Palio del luglio 1931

Vittorio Giunti ha segnato un’epoca. Lo troviamo quando realizza il drappellone di Provenzano del 1931: la conosciuta eleganza di questo maestro qui si sposa alla grande alla voglia di essere fortemente descrittivi, ma anche di facile comprensione, senza per questo rinunciare alla voglia di restare fedeli al proprio stile. Questo cencio si anima nella sua parte centrale con un ieratico paggio vessillifero che immobile mostra proprio la forza dell’antico spirito repubblicano. Dietro si muovono alcuni personaggi in costume e si intravede la città turrita. L’eleganza non certo formale si impossessa della parte superiore, con raffinati arabeschi, motivo formali, archi di smisurata precisione, il tutto per farci entrare con lo sguardo in una patria ancora viva, quella chiusa dalla disfatta cinquecentesca. Davvero riuscita la rappresentazione delle dieci Contrade che se lo contengono, si trovano questa volta, più unica che rara, nella parte superiore del drappellone e circondano l’immagine della madonna di Provenzano, realizzata nella sua conosciuta iconografia. Un cencio di valore, per niente retorico, da vedere nel museo dell’Aquila a perenne ricordo della vittoria di Lino e Cittino. Massimo Biliorsi