REDAZIONE SIENA

"Vendemmia d’oro, ma il nemico sono i tempi"

Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti: "Qualità alta, ma costi e logistica in aumento. Non scarichiamoli sui clienti"

"La vendemmia si è conclusa, ormai siamo alle battute finali e devo dire che è andata molto bene. Dal punto di vista qualitativo siamo molto soddisfatti, le condizioni climatiche ci hanno aiutato: qualche pioggia, sporadica, ha portato anche a recuperare una parte di prodotto che era stata persa. Il discorso è invece diverso da un punto di vista quantitativo: si preannuncia una vendemmia veramente scarsa".

A fare un bilancio della vendemmia è Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti (nella foto). Il settore, d’altronde, è uno dei più importanti a livello nazionale: e la Toscana (tra cui Siena) è protagonista, un territorio conosciuto in tutto il mondo per le sue caratteristiche, la qualità, i profumi e i sapori. Se però da un lato sulla qualità non c’è niente da dire, dall’altro il problema quantità inizia a pesare. E, fa capire Busi, non è da sottovalutare. "Dovremo riflettere – spiega – su questo punto, l’obiettivo è non far mai mancare il prodotto ai clienti in tutto il mondo".

Anche perché si tratta di una eccellenza sempre più richiesta: basta pensare che nel 2014 in Italia si vendeva, nella grande distribuzione organizzata, 14 milioni di bottiglie mentre nel 2021 le bottiglie vendute sono state 22 milioni. "È tanto – commenta soddisfatto Busi – abbiamo fatto molti sforzi per raggiungere questi dati e quindi adesso dobbiamo agire su tutte le opportunità che il Consorzio ha a disposizione, anche per fronteggiare le difficoltà da un punto di vista quantitativo".

L’export "ha retto bene, così come il mercato interno. Le difficoltà sono legate alla logistica: i trasporti sono molto cari e molto lenti, non riusciamo a trovare trasportatori per consegnare in tempo le merci". Un enorme problema, che rischia di condizionare tutto il settore. "Faccio un esempio – sottolinea Busi – per una spedizione in California, così come in altre aree dell’America, prima erano necessari circa due mesi e mezzo, adesso ne servono cinque". E le difficoltà riguardano anche il costo delle materie prime.

"È aumentato del 10-15 per cento – afferma Busi – così come è aumentato il costo dell’energia. Cerchiamo di non scaricare i costi sui clienti, ma alla fine il rischio è quello anche perché con la riduzione della produzione il prezzo può aumentare. E alla fine ci chiediamo: il prodotto manterrà lo stesso appeal?". A giudicare dal successo sì, ma è bene trovare soluzioni per far sì che il consumatore sia tutelato. Il quadro è comunque chiaro: costi alti e spedizioni lente da un lato, ma grande qualità dall’altro. Le sfide per il futuro del Consorzio Vino Chianti sono tracciate, trovare le giuste idee per far crescere ancora il settore.

Una qualità che, naturalmente, si trova anche nel territorio di Siena: "Non c’è dubbio – conclude Busi – il Chianti è una zona magica, ha molti pregi. Le problematiche relative alla quantità sono in ogni città della Toscana, a Siena così come in altre. Ma ci sono tante potenzialità".