L’AMAREZZA
Cronaca

Val d’Orcia senza turisti. Luci da olio e vino

I produttori: "La crisi ha colpito duro, con il numero di visitatori più che dimezzato. Però la produzione dell’annata è di altissima qualità"

di Massimo Cherubini

L’amarezza per quanto è andato perso, causa Covid, è compensata almeno sotto l’aspetto morale, dai risultati ottenuti dalla vendemmia e dalla raccolta delle olive. Il Consorzio del Vino d’Orcia sottolinea, in una nota, proprio questi aspetti. Legati alla produzione, alle attese e alle risposte del mercato. "Il 2020 – spiega il Consorzio – non sarà certo ricordato come un anno positivo. Qui la crisi, causata dalla pandemia di Coronavirus, ha colpito duro. Come in tutta la Toscana che, secondo i numeri, è la terza Regione italiana che più accusa lo stop, quasi completo, del turismo, con cali delle presenze del 65%. E in Val d’Orcia il trend non è diverso: i produttori di Orcia Doc hanno pagato caro il prezzo della mancanza di visitatori, soprattutto durante le festività primaverili, che ha influito in maniera drastica sul fatturato turistico delle aziende. Le visite turistiche in cantina sono calate in media del 65% rispetto all’anno scorso, segnate, principalmente, dalla chiusura totale durante periodi strategici per il sistema come la Pasqua e il 1 Maggio".

Nell’esposizione dei produttori d’Orcia doc c’è però anche il rovescio, positivo, della medaglia. "Crisi si – affermano – ma, allo stesso tempo si è registrato un aumento esponenziale di visitatori italiani, che hanno scelto, per le proprie vacanze estive, soprattutto agriturismi e piccole località di campagna. Di fatto i punti forti della Val d’Orcia". I conti, sotto l’aspetto commerciale, comunque non tornano. Non possono tornare perché la crisi è esponenziale. Non ha risparmiato niente e nessuno.

"Ma – dicono i vertici del Consorzio del vino Orcia – la natura continua a fare il suo corso e a dare le sue soddisfazioni, infondendo, di fatto, fiducia non solo a vignaioli e agricoltori, ma a un territorio intero che ha fatto dell’eccellenza dei propri prodotti un tratto caratteristico". Insomma la qualità della natura, dei raccolti (uva e olive ritenute di eccezionale qualità) compensa i problemi di contatti, di presenza, di domanda che alimentano il mercato. Una grossa flessione c’è ma nei "fondamentali", ovvero nella vendita dei prodotti come vino e olio il mercato si difende. Perché sono tanti gli ordini fatti via telematica. Oggi tanti, tantissimi, non si recano più nei luoghi dove si producono prodotti doc, ma ordinano online. Consapevoli che quel vino, quel tipo di olio, ha le caratteristiche, le bontà, che incontrano i loro apprezzamenti.