
Alawari ed è formato da musicisti danesi e norvegesi
Un’altra stagione di grande musica sta per aprirsi, al jazz club di UnTubo. Con la direzione artistica di Jacopo Guidi, giovedì 24 prenderà il via la programmazione dell’undicesima rassegna, che conferma la formula ormai collaudata: la jam session del mercoledì, otto nella prima parte della stagione (da ottobre a dicembre) e nove nella seconda (che prenderà il via a febbraio), e il concerto il giovedì, sei nella prima parte della stagione e nove nella seconda. Per quanto riguarda le jam confermato l’impianto che porta avanti i progetti originali nati nel Siena Jazz, con studenti dei corsi che daranno il via alla serata, durante la quale si svilupperà poi il momento dedicato all’improvvisazione in cui si annulla il confine tra chi si esibisce e chi assiste. Per quanto riguarda i concerti, la prima parte della stagione sarà divisa a metà con tre serate dedicate a ospiti internazionali e tre a musicisti italiani. Organici di ogni tipo, dal solo al sestetto passando per tutte le altre formule. Sarà proprio un sestetto ad aprire la rassegna il 24, un progetto musicale che si chiama Alawari ed è formato da musicisti danesi e norvegesi. Il 7 novembre arriva invece il trio tedesco Pablo Held Trio che ospita per l’occasione il chitarrista brasiliano Nelson Veras. Il 14 novembre si esibirà Jen Shyu, musicista internazionale dell’avanguardia newyorkese. Un duo di chitarre il 28 novembre, con Enrico Bracco e Francesco Poeti. Il 5 dicembre clarinetto e pianoforte dialogano con Nico Gori e Piero Frassi. Il 12 dicembre si chiude con il Matteo Addabbo Organ Trio, un progetto musicale tutto senese. "Ci sarà un po’ di tutto – assicura Guidi – dall’avanguardia al jazz classico. Sarà una grande stagione, con la quale entriamo nella nostra seconda decade. Abbiamo mantenuto il solito impianto, con jam session e concerti, con un ottimo programma. Anche quello per la seconda parte della stagione, che si aprirà a febbraio, è più o meno concluso. E sarà pieno di sorprese".
Il club di via del Luparello resta uno dei pochi posti a Siena in cui ascoltare musica dal vivo. "Per gli studenti del Siena Jazz – afferma Guidi, che è anche direttore artistico proprio del Siena Jazz – è fondamentale avere un punto di riferimento come questo. Soprattutto in ambito artistico avere un luogo in cui esibirsi e portare fuori dal mondo accademico la propria competenza è cruciale. Ma sicuramente è un luogo importante anche al di fuori dell’accademia, per il pubblico, perché è un posto dove si fa buona musica dal vivo".
Riccardo Bruni