Un medico scrittore: "La dedico a mia moglie"

Una vita al servizio dei malati. Tante ricerche storiche . e poi la ’sua’ Aquila . "Feci anche il veterinario".

Un medico scrittore: "La dedico a mia moglie"

Un medico scrittore: "La dedico a mia moglie"

"Sono qui che sto studiando il periodo napoleonico a Siena. Ho cercato di tirare fuori qualcosa e di proiettarlo verso il Risorgimento", dice Paolo Goretti interrompendo gli studi. Leggere e scrivere, le due passioni coltivate fin da quando era piccolo. Che a 94 anni compiuti gli fanno ancora più ’compagnia’ da quando, nel novembre scorso, l’ha lasciato la moglie Carla. "A lei dedico questa medaglia di civica riconoscenza, ha sempre avuto tanta pazienza con i miei mille impegni. Ci siamo conosciuti al liceo e sposati nel 1959, non abbiamo litigato una volta. Naturalmente la dedico anche all’Aquila che mi ha proposto", racconta il dottor Goretti.

Sì, perché è stata la medicina l’altra grande passione della sua vita. Da quando, riavvolge il nastro dei ricordi, giovanissimo camice bianco grazie ad una ricerca sull’influenza asiatica riuscì ad ottenere l’inserimento in reparto per il brillante lavoro svolto. Cardiologia e poi la libera docenza di Semeiotica medica finché, era la fine degli anni ’60, "cercai un posto dove poter operare in autonomia e vinsi il primariato prima a Colle e poi agli ospedali riuniti". Anni senza mai risparmiarsi, al servizio della salute del cittadino. Poi c’era l’Aquila, naturalmente. Basta che apra il cassetto del ricordi per sfoderare un sorriso tornando ad una Festa bellissima, certo più genuina e ’artigianale’, che resterà nel cuore. Da quando fece il veterinario – "all’epoca non esistevano quelli di Contrada", dice – e consentì ad Aceto di vincere curando il cavallo. "Andrea quando uscì da Provenzano scansò tutti per raggiungermi. ’Aveva ragione lei’, disse. Poi ho vinto da capitano il Palio del 16 agosto 1973 con Panezio, scosso, che quell’anno fece cappotto. Ricordo anche la Carriera persa clamorosamente con Spillo nel 1977 con Rimini, primo al terzo San Martino si girò per vedere dov’era lo scosso del Valdimontone e batté. Ma sono stato anche priore negli anni ’90 e, fino a due anni fa, rettore del Collegio dei maggiorenti", declina con orgoglio. "Pensare che non sono nato a Siena ma a Cecina, dove mio padre era capo ufficio al Monte dei paschi. Mamma era dell’istrice, lui dell’Aquila. Era tutto pronto perché venisse a partorire a Siena però mi dette alla luce con una decina di giorni di anticipo. Ma come dice Marguerite Yourcenar ’il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole’".

Un fiume in piena, Goretti, anche quando parla dei tanti libri scritti. Poi flash: l’incontro con Carlo Cassola e la sorpresa , nel 2017, del volume ’Camminando sotto l’uragano’ che vinse il Premio medici scrittori a Roma dove venne presentato a sua insaputa.

Laura Valdesi