REDAZIONE SIENA

Un lasagnaio in Camollia già a metà del Trecento

La scoperta è stata presentata durante la Food lesson di Confesercenti "Qui anche pici e tortelli".

Un lasagnaio in Camollia già a metà del Trecento

Le scorte del Santa Maria della Scala includevano anche la pasta almeno dall’epoca rinascimentale, e in via Camollia a metà Trecento era aperto al pubblico un ‘lasagnaio’. Sono due delle evidenze storiche esposte durante ‘Fatto a mano!’, la food lesson di Girogustando svoltasi nella sala Eden di Grosseto per iniziativa di Confesercenti Siena e Grosseto, Cat Confesercenti Toscana, Camera di commercio della Maremma e del Tirreno e Vetrina Toscana, il progetto di Regione e Unioncamere Toscana. Tre sono stati gli eterogenei contributi alla giornata arrivati dalle terre di Siena. Il Direttore dell’Archivio di Stato di Siena, Cinzia Cardinali, chiamata a trattare dei fondi documentari per la storia dell’alimentazione, ha rinvenuto in un rendiconto cinquecentesco dell’antico Spedale senese l’espressa citazione della ‘pasta’, a riprova del suo uso corrente per l’epoca.

Tuttavia, tra l’antichità e il secondo Dopoguerra la pasta fresca era un alimento di lusso, come ricostruito da Maurizio Tuliani: "Sia i pici che i tortelli erano un pasto da grandi occasioni e la farina era utilizzata perlopiù per la panificazione, specie se scarseggiava". Il ricercatore di storia medievale, autore di una specifica ricerca in vista dell’evento, ha dato conto non solo della presenza della lasagna tra le Rime di Cecco Angiolieri, ma anche dell’attività di tale Duccio, ‘lasagnaio’ in via Camollia già nel 1344. Dal Trecento a oggi, nella Food lesson è stata incisiva la presenza di San Casciano Bagni e Celle sul Rigo. Una delegazione di donne della frazione, che dal 1969 animano la ‘Sagra dei pici’, ha dato saggio sul posto del peculiare impasto, recentemente accreditato del ‘Marchio collettivo geografico’. Con loro anche il sindaco Agnese Carletti: "Aver depositato un disciplinare specifico a tutela dei Pici di Celle è un punto di partenza. Puntiamo a favorire lo sviluppo imprenditoriale, in sinergia con l’indotto turistico che ci aspettiamo crescente, sulla scia dei ritrovamenti archeologici del Bagno grande".