REDAZIONE SIENA

Un aereo ad Ampugnano L’atterraggio nel nulla

Volo da Francoforte con tre passeggeri, solo due volontari a garantire i servizi. Un aeroporto abbandonato che non è mai riuscito a staccarsi da terra

E’ un sabato di inizio maggio qualunque, un aereo atterra ad Ampugnano con tre persone a bordo. È un Pc 12 di 14 metri e arriva da Francoforte. C’è una macchina che li attende a bordo pista, intorno a loro c’è il nulla. A lavorare per garantire l’atterraggio sono in due, di cui un vigile del fuoco, quanto basta per il presidio antincendio e per quel minimo di servizio radio che si può assicurare.

La torre di controllo c’è ma è vuota: gli aerei – spiegano - arrivano fino a Petriolo guidati da Grosseto e poi scendono a vista, meteo permettendo, guidati poi da loro. Il servizio di handling è su richiesta, altrimenti ci pensano le strutture a mandare un’auto o, come in quel caso, amici o parenti. Il ristorante non c’è più da anni, da quando ancora non si sapeva cosa fosse il distanziamento sociale, e l’aerostazione è praticamente un cantiere mai concluso, (o mai iniziato, dipende dai punti di vista). I mobili sono stati raccolti in un magazzino a lato della pista.

La vecchia gestione, nelle mani di Sky Services. avrebbe dovuto farci dei lavori, ma poi le vicissitudini legali hanno fermato tutto sul nascere. Risultato è che ora l’aeroporto è irriconoscibile per chi la ricorda ai tempi d’oro, ma è un rifugio accogliente per i volatili. Non sarebbe un bel biglietto da visita se non fosse che il territorio senese si vende bene anche da solo, ma questo può bastare ancora?

Di sicuro l’aeroporto di Ampugnano oggi è ancora di più un’occasione sprecata e il Covid non è l’unico limite. Avrebbe movimenti diversi, soprattutto in tempi normali, se gestito al massimo. Luca Vanni, presidente di Aeroclub, che nella vita fa tutt’altro mestiere, si ritrova a dover tappare il buco lasciato da Enac dopo l’annullamento della gara e la revoca dell’affidamento alla Sky Service, senza sapere per quanto tempo ancora dovrà farlo.

In questa insicurezza ovviamente l’associazione non investe (chi glielo farebbe fare?) e fa quel che può. Con gli strumenti a disposizione fa atterrare aerei di seconda categoria, (anche di terza, ma se non c’è continuità) e deve rinunciare a quelli più ampi. In base a quanto racconta non solo il presidente Vanni, ma anche chi lo ha gestito prima, questo scalo attira un turismo alto, di lusso, che porta soldi sul territorio per intenderci, quello che si dice spesso di voler attirare, al contrario del mordi e fuggi che fa numero, ma non piace. Eppure l’aeroporto di Siena non è mai riuscito a spiccare il volo. Sembra storia vecchia, ma uscito di scena il Monte dei Paschi anche Ampugnano è rimasto impantanato. Il susseguirsi di varie gestioni e i duelli legali oggi sono riassunti in un nulla, senza progetti né a breve né a lungo termine. Eppure gli interessi, anche esterni, non sarebbero mancati. Ma secondo Luca Vanni "manca la volontà politica. Enac non si muove anche perché non riceve i giusti stimoli dal territorio". Il presidente della Regione Eugenio Giani ha sempre sostenuto il valore strategico dello scalo, Siena lo sente poco suo e Sovicille deve fare i conti con gli abitanti che non lo vogliono. Il limbo è il posto giusto per un aeroporto che non è mai riuscito a volare.

Teresa Scarcella