REDAZIONE SIENA

Inchiesta alle battute finali. Si segue la pista dei soldi e del movente economico

I monili che l’anziana portava abitualmente sarebbero stati venduti a un compro-oro di Poggibonsi: due indagate anche per questo.

I monili che l’anziana portava abitualmente sarebbero stati venduti a un compro-oro di Poggibonsi: due indagate anche per questo.

I monili che l’anziana portava abitualmente sarebbero stati venduti a un compro-oro di Poggibonsi: due indagate anche per questo.

"Speriamo che questa volta sia fatta luce su quello che è accaduto a Franca, siano state cause naturali o qualcos’altro. E che non sia come per il delitto di quella ragazza, Alessandra, la tassista". In una comunità a misura d’uomo come Castellina la morte della giovane senese trovata senza vita nel 1997 nei pressi del cimitero è rimasta una ferita. Non ancora cicatrizzata. Punto interrogativo senza risposte. Ecco perché adesso si chiede chiarezza – qualunque essa sia – su una vicenda che da un anno fa parlare il paese. E resta un mistero. "Speriamo di potergli dare presto l’ultimo saluto", sostengono. Riposerà accanto al marito, nel cimitero locale.

L’inchiesta è molto delicata. Tante le persone ascoltate in questi lunghi mesi di indagini coordinate dal reparto operativo dei carabinieri di Siena, guidati dal colonnello Gennaro Nasti e coordinati dal pm Niccolò Ludovici (nella foto in basso). Qualcuno sarebbe stato anche ascoltato più volte. Ma sono voci di paese. Chissà. Le maglie dell’inchiesta, che non dovrebbe essere lontana dalla conclusione, sono state strettissime. E lo restano. Anche se il procuratore Andrea Boni ha confermato che ci sono due donne indagate per reati gravissimi, in concorso. Omicidio doloso pluriaggravato, rapina pluriaggravata ed autoriciclaggio. Una di 25 anni e l’altra di 36, quest’ultima parente acquisita di Franca Genovini. Una persona, tra l’altro, con cui la pensionata aveva buonissimi e cordiali rapporti. Sarebbe però stato accertato "che le indagate avevano ceduto alcuni beni in oro appartenuti in vita alla vittima ad un esercizio compro-oro di Poggibonsi", si legge nella nota della procura. Ci sarebbero riscontri e bonifici al riguardo. La richiesta del difensore di una delle due donne avrebbe poi allungato notevolmente i tempi, facendo sì che la salma della pensionata restasse a disposizione dell’autorità giudiziaria: è stato chiesto l’incidente probatorio per cristallizzare le cause del decesso. In precedenza, conferma la procura, erano stati nominati per gli accertamenti irripetibili un tossicologo (si vuole verificare forse se qualcuno le ha dato sostanze particolari?) e di un genetista. Il nodo di questo giallo del Chianti sembra dunque essere proprio le ragioni del decesso dell’85enne.

Gli investigatori, naturalmente, in questo lungo anno di lavoro svolto nel silenzio più assoluto, hanno ricostruito gli averi della donna. Perché il movente economico resta la pista principe. Avranno controllato conti correnti, ricostruito i rapporti familiari, le sue frequentazioni. Vagliato ogni episodio avvenuto e apparentemente marginale. Le richieste, anche le più singolari, fatte nel corso del tempo dall’85enne. Ogni dettaglio che consentisse di comporre un puzzle che per la procura sta prendendo forma definitiva, anche se siamo ancora nella fase delle indagini preliminari e c’è la presunzione di innocenza fino ad un’eventuale sentenza irrevocabile. Resta il fatto che, se il giorno dopo il ritrovamento del cadavere dell’85enne, la procura ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti, vuol dire che i carabinieri avevano notato qualcosa di strano. Elementi che facevano ritenere che lì fosse accaduto qualcosa di insolito. Forse di violento.

Magari per motivi di denaro. Perché la donna sembra che non avesse difficoltà economiche anche se stava molto attenta alle spese. Non scialacquava. In fondo era vedova e doveva guardare alle finanze. O, forse, c’è qualcosa di più.

Laura Valdesi