di Laura Valdesi
SIENA
Artista. Altri l’hanno definito addirittura "re". Non perché abbia scoperto chissà quale sistema stellare. O la cura per una malattia rara. Quanto per la sua innata capacità di mettere in piedi delle truffe così credibili da riuscire a beffare anche professionisti di chiara fama. E vip che certo sanno come guardarsi le spalle. Anche imprenditori. Ben pochi possono vantare in Italia un curriculum come quello di Roberto Meocci, 56 anni, originario di Sinalunga anche se adesso vive nell’Aretino. Un uomo che, nel corso della sua ’carriera’ ultradecennale ha avuto la capacità di vestire i panni di tante persone riuscendo a captare la benevolenza delle vittime. Molte volte donne, corteggiate anche on line attraverso un sito per cuori solitari, per esempio. Ma non solo il gentil sesso è finito nella rete tessuta appunto dall’indiscusso "re" della truffa. Basta andare su google e cercare il suo nome per trovarsi di fronte ad un nutrito caleidoscopio di casi.
L’ultimo è arrivato proprio ieri davanti al giudice di Siena Elena Pollini. L’udienza, non era la prima in verità che si teneva, vede imputati per truffa sia Meocci, difeso dal suo ormai storico avvocato Fabio Andreucci, che la compagna attuale, 46 anni, che è assistita invece dall’avvocato Francesco Cherubini del foro di Arezzo. Non c’è stata passerella di testimoni perché il difensore ha presentato una documentazione che provava il legittimo impedimento di Meocci ad essere presente in aula. Anche il pm Siro De Flammineis non ha potuto fare altro che accettare il rinvio ponte a luglio. Ad essere raggirato dal "re", questa volta, è stato un notaio molto conosciuto della nostra provincia. I fatti risalgono al periodo compreso fra il gennaio e il giugno 2015. Un arco di tempo nel corso del quale, secondo l’accusa, sarebbero stati effettuati versamenti per un totale di oltre 260mila euro propedeutici, a dire del Meocci – che si era presentato come un avvocato con studio a Londra – ad un’operazione volta ad ottenere finanziamenti esteri, poi non andata a buon fine. Un castello di carta che non poggiava su nulla ed è infatti presto crollato. Ma che evidentemente appariva credibile.
Il resto è storia recente. La denuncia da parte del professionista a cui erano seguiti gli accertamenti svolti dalla guardia di finanza che ha ricostruito il raggiro ’firmato’ da Roberto Meocci, secondo quanto delineato nell’inchiesta condotta dal pm Nicola Marini che aveva fatto la citazione diretta a giudizio.