Tognazzi, la pallacanestro nel dna. Trascinatore della nuova Mens Sana

Una foto una storia Laureato in Scienze e tecniche dello Sport, dragaiolo, è l’atleta delle rivincite possibili

Tognazzi, la pallacanestro nel dna. Trascinatore della nuova Mens Sana

Tognazzi, la pallacanestro nel dna. Trascinatore della nuova Mens Sana

Premesso: chi scrive conosce il basket come il meccanismo delle sveglie. Pazienza, per parlare di un ottimo atleta, ma soprattutto di un ragazzo di assoluto valore, non occorre aver studiato la materia. Occorre quella sensibilità e quell’attenzione che talvolta (spesso) manca in questa beneamata città.

Ecco Vittorio Tognazzi, atleta della Mens Sana basket, nell’esercizio delle proprie funzioni, fermato nel tempo da Augusto Mattioli. Lui sì che di basket se ne intende, ne dice un gran bene: c’è da credergli. Tognazzi ci rappresenta più di una generazione di ragazzi che, in silenzio e senza i fasti di inizio secolo, stanno riportando a galla lo sport senese. Potrei citare subito Bernardo Masini per il calcio, ma non vorrei essere troppo "dragaiolo". Si, perché lo sono entrambi e la cosa sinceramente mi inorgoglisce ancora di più. Ma l’importante era il concetto di un giovane serio, preparato, e soprattutto legato alla maglia che indossa.

Vittorio, classe 1996, è laureato in Scienze e tecniche dello sport. Non ha preso la sua disciplina come un palcoscenico dove esibirsi, ma per un lavoro che necessita sacrifici e coerenza. Oggi cosa piuttosto rara. E rappresenta quello che la città, anche in altri settori, deve necessariamente fare, ovvero riportare dignità e stile dove il crollo non solo finanziario è rappresentato da un arrendevole modo di subire la crisi. IL basket non è più quello di una volta? Pazienza, si torna al via e si tira di nuovo il dado. Si ricomincia. Così ha fatto Tognazzi, trascinatore dentro e fuori campo.

Si leggono frasi come "33 punti infilati ai labronici", oppure "Tognazzi suona la carica", che ci dimostrano il suo peso non soltanto tecnico. Reduce anche da un infortunio lo scorso anno ad una spalla. Incidente non da poco ma superato con caparbia volontà di rinascere. Per questo può rappresentare la città che non assume il ruolo di vittima, di perseguitato dalla disgrazia. Ma di rivincita. E poi il Vittorio Tognazzi contradaiolo, sempre pronto a darsi da fare in tutte le attività. Indimenticabile la sua espressione interrogativa quando andò a prendere il cavallo e all’assegnazione di Rocco Nice, chiedeva lumi ai barbareschi. Sappiamo tutti poi come è andata. E per lui sarà un ricordo indelebile. Per questo ed altro, grande Vittorio e tutti i giovani che hanno il suo passo. Qualsiasi sia l’obiettivo: il mondo è vostro a cominciare da queste mura cittadine.

Massimo Biliorsi