
Colle di Val d'Elsa (Siena), 7 marzo 2023 - "Sono incinta": "Sei assunta, a tempo indeterminato". È accaduto a Silvia Serchi, classe 1992, colligiana di adozione, rimasta incinta durante un periodo di prova alla Rcr, azienda leader nella produzione di calici e bicchieri in cristallo ecologico. "Durante l’Università ho sempre lavorato e anche dopo la laurea – afferma Silvia Serchi – Alla Rcr ho fatto un tirocinio di sei mesi, affiancata da una dipendente che sarebbe andata in pensione nel giro di un anno. Dopo il tirocinio è iniziato il periodo a tempo determinato".
Un lavoro sicuro: una speranza ed un baluardo al quale tendere. Niente di più, niente di meno. Riuscire a vivere grazie alle proprie competenze acquisite con lo studio. Questo è ciò che ricerca la maggior parte dei giovani. Il nostro, infatti, non è un Paese per giovani e nemmeno per donne. È quanto emerge anche dal ‘Rapporto Inapp 2022-Lavoro e formazione, l’Italia di fronte alle sfide del futuro’ presentato lo scorso novembre alla Camera da Sebastiano Fadda, presidente dell’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche. In questo contesto ci sono, però, anche delle belle pagine come accade in località Catarelli a Colle. Alla Rcr si punta sui giovani, sull’ambiente, sullo sviluppo e sul futuro. "Durante il periodo di prova sono rimasta incinta – continua Serchi – Sono andata dai responsabili e ho detto loro che ero in stato interessante. Il contratto a tempo determinato andava da ottobre 2021 a ottobre 2022. Sono rimasta incinta a febbraio. Appresero la notizia con felicità. Dopo alcuni mesi mi convocarono dicendomi che mi avrebbero assunto a tempo indeterminato, così da non avere preoccupazioni di scadenze di contratto durante la gravidanza". "Rimasi molto felice di questa notizia – afferma la ragazza – Non è facile trovare un’azienda che ti assume sapendo che sarai assente per alcuni mesi. Sono già rientrata, almeno in parte. Il mio pensiero va a tutte quelle donne e future mamme che non trovano un’azienda come quella che ha deciso di assumermi. Non è facile".
E infine: "Ho vissuto molto bene la maternità, sapendo che al rientro avrei trovato il mio lavoro – conclude la neomamma – Quando sono entrata in Rcr, non conoscendo la realtà, pensavo che sarebbe stato l’ennesimo tirocinio, poi ho scoperto un’azienda nella quale lavori con soddisfazione. Mi hanno sempre trattata come una dipendente che lavora lì da sempre. Quando mi sono sposata mi hanno anche fatto un regalo". Ora Silvia in Rcr si occupa della parte amministrativa e può godersi una gioia dopo l’altra: la serenità del lavoro stabile e quella di poter essere una madre lavoratrice.