ANNA DUCHINI
Cronaca

Donna aggredita con un cacciavite dall'ex marito. "Non è stata protetta"

L'accusa di Assunta Bigelli presidente dell'associazione Amica donna. La ragazza aveva già denunciato due volte l’ex marito ai carabinieri

Intervenuti, i carabinieri non hanno potuto fare altro che constatare il decesso

Intervenuti, i carabinieri non hanno potuto fare altro che constatare il decesso

Sarteano (Siena), 23 marzo 2018 - Migliorano, anche se lentamente, le condizioni della giovane di 27 anni ferita con un cacciavite dall’ex marito. E’ viva grazie al coraggioso intervento dei vicini di casa che hanno impedito che l’uomo, un operaio di 36 anni, arrivasse a ucciderla. Una tragedia che si è consumata sotto gli occhi del figlio di quattro anni, proprio mentre la donna lo stava riprendendo dal padre per tornare a casa. La ragazza aveva già denunciato due volte l’ex marito ai carabinieri: a settembre e a gennaio di quest’anno quando, durante un litigio, aveva tentato di accoltellarla. Il tribunale le aveva affidato il figlio e gli incontri con il padre dovevano svolgersi in ambiente «protetto».

Ma qualcosa, o forse qualcuno, ha spinto la donna lunedì ad andare da sola a casa dell’ex marito per riprendere il bambino. Anche su questo stanno cercando di far luce gli inquirenti, per cercare di capire l’esatta dinamica dei fatti ed escludere altre responsabilità in una vicenda che ha profondamente scosso la piccola comunità sarteanese. Un pesante atto d’accusa arriva però da Assunta Bigelli, presidente dell’associazione Amica Donna del centro antiviolenza della Valdichiana: «Perché – si chiede – non si è intervenuti prima con provvedimenti restrittivi nei confronti dell’uomo?».

La vittima era seguita dal centro della Valdichiana che l’aveva protetta dal marito ospitandola in una residenza protetta. «E inoltre – aggiunge Bigelli – la donna aveva seguito tutto il percorso per superare il trauma della relazione violenta. La giovane adesso ha una sua casa e un lavoro alla Misericordia ed è sempre stata molto attenta anche al piccolo. Ma la responsabilità di questa ennesima tragedia sfiorata cade sul sistema giudiziario che non ha saputo assicurarle una protezione adeguata. Il Tribunale di Siena aveva unicamente disposto, nel mese di febbraio scorso, gli incontri protetti del padre con il figlio». «Un provvedimento insufficiente – secondo Bigelli – come dimostra l’accaduto. Appare evidente, infine, come nonostante il grande impegno da parte nostra e delle forze dell’ordine le donne che denunciano violenze ancora non siano prese sul serio.

Anna Duchini