
Come sia passato dalle maglie della sicurezza del carcere di Ranza il micro cellulare è un mistero. Indagine in corso della direzione di Ranza e del comando della polizia penitenziaria. Massimo riserbo su questo delicato episodio con alcune e poche parole sussurrate uscite fuori il muro di Ranza. "Come sia entrato questo apparecchio non è possibile saperlo almeno per adesso". Si sussurra. E ancora; "Sono dei cellulari minuscoli, grandi meno due dita, e potrebbe essere entrato in qualsiasi modo, anche arrivato da un altro carcere". Le uniche voci fuori del cancello. I detenuti di Ranza possono parlare con la famiglia attraverso il telefono all’interno di Ranza ma anche via internet, in digitale, sul piccolo schermo con orari e giorni stabiliti. Vietati i cellulari che rappresentano un reato. Per fare un passo indietro nel tempo di lontana memoria quando i carcerati vestivano a strisce bianche e marroni e dal pacco dalla famiglia con dentro grossi pani fatti in casa, sono usciti pezzetti di ferro seghettati e altri oggetti nel vecchio San Domenico. Addirittura nei primi anni settanta nel pacco furono trovate due pistole arrivate a detenuti seriali rapinatori senza scrupoli che Sequestrarono armi in pugno 5 agenti e 5 giornalisti. Chi scrive ricorda ancora quei brutti momenti finiti nel sangue con uno dei due carcerati colpito a morte dai tiratori scelti delle forze dell’ordine appostati alle finestre del palazzo di fronte all’ex San Domenico. Triste pagina.
Romano Francardelli