
Teatro Povero, ’Colòni’ in piazza a Monticchiello
MONTICCHIELLO
Torna in scena il Teatro Povero di Monticchiello con il nuovo spettacolo ‘Colòni’, in piazza della Commenda, dal 29 luglio al 14 agosto ogni giorno (escluso lunedì 31) alle 21.30. "Si tratta di una ‘drammaturgia partecipata’ da un intero paese – affermano gli organizzatori – che si interroga su questioni cruciali per la comunità, e in cui chi guarda può di riflesso riconoscersi e ritrovarsi". Tradizione sperimentale che ogni anno propone un nuovo testo, lo spettacolo del Teatro Povero di Monticchiello è ideato, discusso e recitato dagli abitanti attori, ogni estate nello splendido borgo della Val d’Orcia.
Quest’anno siamo all’autodramma numero cinquantasette. Era infatti il 20 luglio del 1969 quando arrivò in piazza la prima rappresentazione di questa realtà. "Per coincidenza fortuita – raccontano dalla compagnia – erano proprio le stesse ore in cui tre astronauti stavano entrando nella storia portando per la prima volta l’uomo sulla Luna. L’allunaggio fu salutato ovunque come una potenziale premessa a un’epoca di grandi conquiste. Ancora una volta, quelle ‘magnifiche sorti e progressive’ parevano doversi avverare. Allo stesso modo, cambiando prospettiva dal grande al piccolo, uno stesso medesimo ottimismo sembrò sbocciare dal teatro in quel piccolo borgo della Val d’Orcia, allora valle spopolata e desolata, lunare davvero, nelle sue crete da secoli appena ingentilite da stuoli di mezzadri sofferenti ma operosi".
Lo spettacolo è una riflessione attiva e partecipata, proprio perché coinvolge nel suo sviluppo, sul tema della partenza e del senso di appartenenza. "Se qualcosa davvero dovesse andare storto – raccontano dal Teatro Povero – e se un domani fossimo costretti a una più radicale, estrema, definitiva partenza, a un abbandono coatto della propria terra come quello cui furono obbligate generazioni di mezzadri, così come oggi accade ogni giorno a tante e tanti solo per aver avuto in sorte di nascere ad altre latitudini, ebbene, solo allora forse saremo in grado di porci infine il quesito: cosa voglio con me? Di cosa ho davvero bisogno? A cosa non posso rinunciare? Di quale superfluo non posso fare a meno, affinché non debba ridurmi all’essenziale? Coloni, ieri come oggi, necessariamente in marcia".
Riccardo Bruni