MASSIMO CHERUBINI
Cronaca

Prima volta di Stosa, 240 dipendenti in cassa integrazione

Il presidente Sani: "Avevamo ordini da evadere ma ci siamo dovuti fermare per rispettare le regole. Nessun sacrificio per il personale"

Sani, proprietario di Stosa

Radicofani (Siena), 17 aprile 2020 - Per la prima volta nella storia i dipendenti (oggi ne ha 240) della Stosa, azienda leader nella produzione di cucine componibili, conoscono la cassa integrazione. In una nota Maurizio Sani, il presidente-fondatore, spiega con amarezza le ragioni. Tutte dovute alle pesantissime conseguenze della pandemia. Non avrebbe voluto fermare l’attività, creata oltre mezzo secolo fa e "cresciuta con moglie e tre figli fino a farla affermare nei mercati nazionali ed internazionali", anche perché gli ordini da evadere ci sono. Ma nel rispetto di quanto disposto dal Decreto legge ha dovuto fermare l’attività. Non tralasciando nulla, sotto l’aspetto normativo ed economico, verso i suoi dipendenti. Anzi ha aggiunto incentivi del tutto discrezionali.

"In queste ultime settimane, così impattanti da un punto di vista sanitario, economico ed emotivo, l’approccio della squadra Stosa – recita una nota – non è cambiato e, nell’evolversi della situazione, ogni attore del sistema aziendale ha dato il contributo per gestire al meglio ogni criticità. In primis per tutelare la salute dei collaboratori, in secondo luogo per mantenere il più possibile saldo l’ asset economico e finanziario dell’azienda. Abbiamo adempiuto alle disposizioni in merito al blocco delle linee produttive, pur avendo a portfolio ordini in grado di far procedere la produzione e, come accaduto per altre realtà del settore, abbiamo dovuto attuare azioni alle quali non avevamo mai dovuto far ricorso. Ciò per superare un gravissimo momento di difficoltà che impatta su tutto il sistema economico nazionale e al fine di salvaguardare i posti di lavoro, senza alcun sacrificio dei dipendenti, in attesa di una auspicata prossima ripresa delle attività". A loro Stosa ha riconosciuto, in completa autonomia, ulteriori vantaggi normativi ed economici. A tutti i dipendenti la società ha concesso "il pieno, ed integrale versamento, della retribuzione di tutto il mese di marzo e della prima settimana di aprile, comprensiva dei premi bonus contemplati annualmente, mediante fruizione delle ferie maturate. La proprietà ha coperto i dipendenti con polizza assicurativa "per la salvaguardia in caso di ricovero".

Ma la Fillea-Cgil , il sindacato di categoria, lamenta una mancata disponibilità al dialogo sulle modalità di attuazione dell’ammortizzatore sociale. "Se Stosa Cucine continua con tali atteggiamenti saremo costretti a valutare anche la possibilità di ulteriori azioni", dice. Da parte di Stosa nessuna risposta alla nota sindacale. Il presidente riafferma di essere determinato "ad affrontare l’emergenza mettendo al primo posto la salute, sicuri di un asset finanziario solido e costruito in anni di lavoro che continueremo a testimoniare con le nostre scelte e con l’autentica serietà che ci ha permesso di rendere Stosa Cucine l’azienda che è oggi". © RIPRODUZIONE RISERVATA