di Laura Valdesi
SIENA
L’ex comandante della polizia municipale di Siena Cesare Rinaldi e la moglie Cristina Casini, anche lei agente del Corpo, hanno chiuso ieri il percorso giudiziario per la vicenda nata a seguito dello stalking fatto nei confronti di una donna con cui avrebbe avuto una relazione Rinaldi, poi terminata. Fatto di cui non sapeva darsi pace. L’incipit di un’inchiesta clamorosa, condotta dal pm Valentina Magnini, dove erano stati chiamati in causa altri componenti delle forze dell’ordine, quattro carabinieri e persino un agente dei servizi segreti in particolare per l’accesso abusivo al sistema interforze del dipartimento di pubblica sicurezza. Perché, questo sosteneva l’accusa, sarebbero state fatte ricerche di informazioni sulla donna al centro dello stalking e anche dei suoi familiari.
L’udienza si è svolta ieri davanti al gup fiorentino Piergiorgio Ponticelli. Per prima cosa i difensori dell’agente dei servizi segreti, Francesco Maccari e Nicola Zanobini, hanno comunicato che il loro assistito non intendeva avvalersi di riti alternativi facendo un’udienza preliminare ordinaria. Quindi c’è stata la discussione, durata un paio di ore. Intorno alle 15,30 il giudice si è ritirato in camera di consiglio uscendo poco più di un’ora più tardi. Accogliendo la pena concordata con la procura: 2 anni e 9 mesi per Cesare Rinaldi, difeso dagli avvocati Enrico e Lorenzo De Martino. Un anno e 10 mesi quella per Cristina Casini, assistita da Beniamino Schiavone. Che naturalmente è libera, la pena sospesa. Anche se dovrà svolgere un percorso con degli incontri come prevede automaticamente la legge. "E’ stata una decisione sofferta e difficile ma, alla fine, per ragioni personali e per mettere un punto a questa brutta parentesi della sua vita e dedicarsi al futuro, ha preferito chiudere immediatamente la vicenda giudiziaria – osserva l’avvocato Schiavone – che l’ha portata, suo malgrado, alla ribalta anche mediatica". "I processi penali sono come coltelli che tagliano la carne viva di tutte le persone che ne sono coinvolte, direttamente ma anche indirettamente. E’ stato deciso di porre un punto definitivo su questo procedimento e andare avanti con le rispettive vite, anche se molti aspetti avrebbero potuto essere oggetto di approfondimento in dibattimento. Adesso – spiegano Enrico e Lorenzo De Martino – ci auguriamo che possa definitivamente calare il sipario, anche mediatico, sulla vicenda".
Non sarà semplice. Perché il gup Ponticelli ieri ha anche deciso il rinvio a giudizio per due carabinieri (uno in pensione e l’altro in servizio), unitamente all’agente dei servizi segreti. Si svolgerà dunque un processo : la prima udienza sarà il 2 maggio prossimo a Firenze perché il reato di accesso abusivo al sistema interforze del dipartimento di pubblica sicurezza è di competenza distrettuale. Altri due carabinieri, invece, già nell’udienza del primo luglio scorso avevano ottenuto la messa alla prova.
Solo una delle parti offese oggetto dello stalking si è costituita parte civile attraverso l’avvocato Carla Guerrini nei confronti dei tre che andranno ora a processo ma non verso i coniugi Rinaldi in quanto era stato trovato un accordo prima dell’udienza preliminare.