ORLANDO PACCHIANI
Cronaca

Stadio, il rientro non sarà immediato Dopo il via libera, verifiche e lavori

Il Comune v uole chiudere la partita una volta per tutte. Il piano per gestire il cantiere e il prossimo campionato

Lo stadio

Lo stadio

Siena, 17 marzo 2024 – All’indomani della sentenza del Consiglio di Stato, che ha respinto l’ennesimo ricorso dell’Acr Siena che fu di Emiliano Montanari, salta agli occhi l’estrema cautela dell’amministrazione comunale nel commentare un verdetto così chiaramente a lei favorevole.

Prima considerazione ovvia: dopo gli eccessi di entusiasmo del passato, ampiamente rinfacciati, meglio muoversi con i piedi di piombo. Ma non è solo questo. Di fronte a una controparte che ha dimostrato di essere imprevedibile e ostinata fino all’inverosimile nelle proprie azioni giudiziarie, l’intenzione è arrivare alla chiusura definitiva della questione, senza lasciare più spiragli a ogni possibile ulteriore iniziativa. Che si tratti di un remoto ricorso in Cassazione (sulla cui possibilità, peraltro, anche tra i tecnici non c’è unanimità di pareri) oppure di un passaggio al giudice ordinario, la parola d’ordine è archiviare la pratica una volta per tutte.

Quanto tempo servirà per rientrare allo stadio ’Franchi’ e al campo ’Bertoni’? Probabilmente non si tratterà di giorni e nemmeno di mesi, ma nel giro di qualche settimana il quadro potrebbe essere definito.

Considerando che l’attuale stagione sportiva ormai è da considerarsi conclusa, con un campionato vinto giocando lontano dal proprio campo, a questo punto tema cruciale è capire come e in che tempi si muoverà l’amministrazione comunale, non appena sarà a tutti gli effetti rientrata in possesso delle strutture.

In Comune hanno già delineato i tempi e le scansioni degli interventi. In primo luogo ci sarà da capire lo stato del ’Franchi’. Non si parla solo del campo da gioco, da sottoporre a una cura ricostituente da cavallo dopo tanto abbandono, ma anche e soprattutto della parte impiantistica e delle strutture: in che condizioni effettive siano, i tecnici di Palazzo pubblico potranno dirlo solo dopo averci messo piede.

Esaurita la prima fase, sarà messo in piedi per stralci quell’intervento di consolidamento da 1,2 milioni di euro che era previsto nella convenzione, decisione figlia di un corto circuito politico e amministrativo partorito nello scorso mandato; mentre il Comune affidava a privati (allora gli armeni) i lavori su un proprio bene per 1,2 milioni di euro, in parallelo prendeva in carico lavori più o meno per la stessa cifra su un bene privato, il palazzetto della Mens Sana. Come sia andata a finire, è sotto gli occhi di tutti.

Morale, ora il Comune deve trovare le risorse anche per intervenire sui propri beni. Si dovrebbe iniziare da una prima fase, stimata in circa 250mila euro di lavori, per consentire alla Robur di disputare il prossimo campionato nell’impianto, seppure a capienza ridotta. Perché poi ci sarà da mettere in piedi l’operazione più pesante su tribuna coperta e gradinata, allestendo anche una strada di cantiere per garantire l’accesso dei mezzi. Il tutto con l’obiettivo di garantire in contemporanea il regolare svolgimento delle partite del club bianconero.

Insomma, bisogna aspettare ancora qualche giorno, forse settimane appunto, per vedere chiusa questa triste parentesi giudiziario-sportiva; bisogna confidare che l’amministrazione comunale si faccia trovare pronta e sappia individuare i giusti passi per consentire alla squadra e ai tifosi bianconeri di tornare a vivere le proprie domeniche al Rastrello, anche in presenza dei necessari lavori di consolidamento di un impianto non troppo lontano dal secolo di vita.