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Sorgenti del ’Bollore’: "Emissioni pericolose"

L’Azienda sanitaria ha scritto al sindaco affinché vieti l’accesso a tutta l’area. Avviso in tutto il paese di Bagni San Filippo. Verso la demolizione delle vasche.

Sorgenti del ’Bollore’: "Emissioni pericolose"

Nella giornata di ieri il sindaco di Castiglione d’Orcia, in qualità di pubblico ufficiale competente, ha emesso un’ordinanza contingibile ed urgente per vietare l’accesso nell’area del "Bollore" (ex Amiata Marmi). La disposizione è stata emanata a seguito dei sopralluoghi effettuati dalla protezione civile, che ha effettuato misurazioni con appositi strumenti, rilevando che alcune sorgenti termali emanano esalazioni molto pericolose.

In conseguenza, l’Azienda sanitaria locale ha notificato al sindaco, quale autorità preposta alla tutela della salute pubblica, una relazione nella quale si afferma che le emissioni "sono molto pericolose per la salute pubblica e potenzialmente mortali". Del resto non siamo lontani dalle cosiddette ’puzzolaie’, dove almeno due persone negli ultimi vent’anni sono decedute, sia pure con modalità diverse. L’Ufficio sanitario per l’igiene e la salute pubblica ha espressamente chiesto al sindaco di emettere un’ordinanza per vietare l’accesso all’area e per far rimuovere il pericolo da parte del proprietario. L’area, com’è noto, è sottoposta a procedura fallimentare ed è – in concreto – affidata ad un curatore, che già in passato aveva fatto alcuni interventi di recinzione e demolizione delle vasche termali, opere illecitamente realizzate da ignoti, dando la stura alla balneazione abusiva, con illeciti accessi in quella che è a tutti gli effetti un’area privata sulla quale, in ultima analisi, ha giurisdizione il tribunale. Il sindaco Galletti ha accompagnato l’emissione dell’ordinanza con un avviso, che sarà diffuso a Bagni San Filippo nel quale invita a non accedere all’area e diffida chiunque dall’avvicinarsi alle sorgenti termali che sgorgano all’interno della stessa, ricordando che nel corso del tempo sono stati commessi abusi, illeciti e reati, sui quali il comando di polizia municipale ha avviato indagini al fine di individuarne gli autori. Giova ricordare, inoltre, che l’area ha necessità di interventi radicali di bonifica, essendo stata sede di un’attività per la lavorazione del travertino, della quale sono ancora visibili alcuni manufatti e – a quanto risulta – è presente anche l’amianto (quello contenuto nelle tettoie ’leggere’ molto utilizzate in passato per la copertura di fabbricati artigianali ed industriali). A questo punto si possono ipotizzare nuovi interventi per la demolizione delle "vasche" abusive ed il ripristino della recinzione, più volte tagliata, specie a lato del cancello fatto installare dal curatore fallimentare.

Daniele Palmieri