Sinalunga, è boom di case vacanza

Nuovi obblighi però per gli operatori turistici: tassa di soggiorno da comunicare anche alle Entrate

Dopo la pausa forzata della pandemia ritorna a buoni ritmi l’offerta turistico-ricettiva in Valdichiana ed in particolare nel territorio di Sinalunga. I dati infatti parlano chiaro perché negli ultimi dieci anni si è passati da una decina tra alberghi e affittacamere a ben quasi 120 attività che possono garantire complessivamente oltre 500 posti letto. Davvero un bel salto di qualità con una percentuale di aumento rispetto a due lustri orsono, esagerata, che dimostra il grande interesse per questa parte del territorio a sud della provincia di Siena da parte dei turisti, particolarmente stranieri che nel periodo estivo non solo transitano ma si soffermano e pernottano nelle strutture. In particolare si rileva la presenza, oltre ai 5 alberghi storici, di una quarantina tra agriturismi e attività di affittacamere, di cui una decina non professionali. Ma la vera notizia è il proliferare di Case vacanza, disseminate in particolare nella campagna, quella collinare, che fa da cerniera a Sinalunga, Scrofiano, Farnetella e Rigomagno, per locazioni brevi che rappresentano oltre il 50 per cento delle strutture complessive. Una vera e propria crescita esponenziale a dimostrazione che la domanda è molto alta. Ne giovano anche i ristoranti del luogo che hanno visto una crescita del loro flusso. "Sinalunga rappresenta quindi un luogo appetibile e anche per l’amministrazione comunale il gettito della tassa di soggiorno stimato in diverse decine di migliaia di euro - spiega l’assessore alle attività produttive Rossella Cottone è una risorsa sempre più importante. Allo stesso modo sempre più apprezzati i prodotti di eccellenza gastronomica. Una peculiarità stimolante anche per gli operatori economici del mondo agricolo che vedono sempre più riscontri positivi alla loro intraprendenza e alla loro voglia di implementare un settore in continua crescita". Purtroppo, tuonano alcuni operatori del settore si riaffaccia nuovamente la pressione burocratica sulle attività che inevitabilmente frena l’inizia imprenditoriale. Basti pensare che ai tanti adempimenti esistenti compresa la comunicazione degli alloggiati al comune per l’applicazione della tassa di soggiorno, un recente disposizione ha esteso l’obbligo anche verso l’agenzia delle entrate, entro il 30 giugno di ogni anno. Un aggravio ulteriore inaspettato.

Massimo Tavanti