La protesta dei genitori: "Studenti senza banchi da tre settimane"

L’appello delle famiglie di una classe dell’artistico ‘Duccio di Buoninsegna’ che sono pronti a rivolgersi all’Ufficio scolastico provinciale

I genitori davanti alla scuola (Foto Lazzeroni)

I genitori davanti alla scuola (Foto Lazzeroni)

Siena, 2 ottobre 2020 - I figli a scuola, i genitori fuori dal Liceo artistico ‘Duccio di Buoninsegna’ a protestare per i disagi registrati nelle prime settimane di lezione. "Niente banchi in aula, unicamente sedie. Sono stati in classe solo alcuni giorni, alternandosi poi nella didattica a distanza. E adesso di nuovo in aula. Dobbiamo inoltre evidenziare una carenza di informazioni che invece sarebbe necessaria in un momento che comprendiamo essere sì delicato per la scuola ma anche per le famiglie". Daniele Pracchia e le madri di altri tre alunni della terza Pittura del ‘Buoninsegna’ hanno deciso di metterci la faccia. E di far sentire, con garbo, la loro voce che è anche quella di larga parte dei genitori della classe. Parte dall’inizio, Pracchia. "Da quando i primi di settembre avrebbero dovuto svolgersi corsi di recupero per chi ne aveva necessità, che non sono stati invece effettuati, a differenza di altri istituti".

"Ma la priorità – si inserisce Antonella Frau mentre mamma Alessandra Machetti annuisce – restano i banchi. I nostri ragazzi sono stati messi nell’aula magna essendo una classe numerosa, composta da 27 studenti. Qui, a tre settimane dall’inizio delle lezioni, hanno solo la sedia, neppure dotata di una ribaltina su cui appoggiare il materiale. Vorremmo sapere almeno quando arriveranno, i nostri ragazzi sono disorientati". "Senza contare – aggiunge Sandra Mattei – che la ricerca di risposte da parte dell’istituto è caduta nel vuoto. Abbiamo chiesto di un referente, niente da fare. E’ stata inviata una mail alla segreteria per avere contatti con la preside. Attendiamo novità". "La scorsa settimana – sfoglia il catalogo dei problemi Frau – hanno fatto tre giorni di lezioni a casa e tre in aula. Anche per i professori non è semplice perché devono contemporaneamente spiegare a chi è on line e a chi sta in classe girando il computer mentre scrivono alla lavagna con le difficoltà che è facile intuire per docenti e ragazzi. E anche per le famiglie che devono organizzarsi". Concludono: "Abbiamo provato ad interloquire con la scuola ma troviamo un muro di gomma, soprattutto niente risposte. Se non ci verranno date ci rivolgeremo all’ufficio scolastico provinciale".