REDAZIONE SIENA

"Siena non è più sicura. Armi ai Vigili urbani". Approvata la mozione

Acceso dibattito in Consiglio sulla sicurezza a Siena

Dibattito acceso in Consiglio comunale sulla mozione che arma gli agenti della Municipale di Siena

Dibattito acceso in Consiglio comunale sulla mozione che arma gli agenti della Municipale di Siena

La Polizia municipale di Siena verrà dotata di armi. E’ quanto prevede la mozione presentata dai consiglieri de ’Le Biccherne’ ed emendata da FdI, approvata ieri in Consiglio comunale dopo un dibattito-fiume. A presentare l’atto, il consigliere civico Leonardo Pucci: "I fenomeni migratori, le baby gang, il caporalato e i furti nelle abitazioni hanno cambiato la situazione a Siena – ha detto –. Spesso, in questi casi, i primi a intervenire sono gli agenti della Municipale. La proposta di dotarli di armamento non è fatta per militarizzare la città, ma per mettere in sicurezza i residenti e gli stessi agenti, che così possono agire in modo più incisivo, evitando eventuali escalation".

Pucci ha poi specificato: "Chiedo poi di introdurre una disposizione che escluda I’uso delle armi nei giorni del Palio in Piazza del Campo e nelle adiacenze, come già previsto per altri strumenti tattici di difesa in dotazione al Corpo, riconoscendo la necessità di mantenere il ruolo della Polizia Municipale, nel rispetto della tradizione della festa della città", oltre che di "valutare, in fase di reclutamento del personale, il grado di attitudine al maneggio di armi, così da identificare candidati più idonei". La mozione, inoltre, impegna a "introdurre disposizioni chiare per I’esercizio dell’obiezione di coscienza, consentendo agli operatori che scelgono di non portare armi di svolgere altre mansioni". E ancora: "E’ necessario, da un lato, non rimanere indifferenti di fronte a migranti, che fuggono da situazioni di conflitto e disagio estremo; dall’altro far sì che i nostri concittadini non rinuncino alla percezione di sicurezza e non siano costretti a cambiare radicalmente le loro abitudini".

"Contrarietà nel metodo e nel merito" è stata espressa dalla capogruppo Pd, Giulia Mazzarelli: "Armare i vigili consente la legittima difesa, ma non è ben chiaro su quali basi della realtà. Non ci sono infatti dati a supporto del fatto che criminalità e microcriminalità in città siano tali da mettere i residenti in pericolo". E poi: "Quandio chiedevamo i vigili di quartiere, è stato lo stesso assessore Tucci a ribadire di non esagerare con gli allarmismi – ha continuatio Mazzarelli –. Alla base della mozione ci sono motivazioni faziose, ideologiche e propagandistiche. Meglio recuperare la funzione sociale e territoriale della Municipale con una presenza capillare nei quartieri e un dialogo costante con la comunità".

Concorde la collega di partito Gabriella Piccinni: "La missione dei vigili urbani è di natura civile, non militare. Le armi rischiano di aumentare il conflitto e compromettere la mediazione e il dialogo. Il Palio è un esempio virtuoso, perché la vigilianza viene svolta dalle guardie non armate. Questa è una grande lezione di vita e di civiltà". Immediata la replica di Alessia Pannone, FdI: "Si confonde il contenuto con l’obiettivo della mozione. La percezione della sicurezza in città è cambiata – le sue parole –. Ci sono infatti diverse culture e l’integrazione porta spesso alla mancanza di rispetto delle norme. In questi casi è fondamentale la Municipale". Lorenza Bondi, FI, ha sottolineato "la profonda differenza di visione politica" tra maggioranza e opposizione: "I vigili svolgono un compito di sorveglianza sociale, ma devono essere messi nelle condizioni di farlo in sicurezza".

Secca Anna Ferretti, Pd: "Da tempo i vigili chiedono una revisione globale del Regolamento, ma ora si discute solo di armi. Per i furti in casa è fondamentale potenziare i controlli della Municipale, mentre per i migranti bisogna metterli nelle condizioni di integrarsi". Pierluigi De Angelis, FdI, ha smentito "elementi di razzismo" nella mozione, mentre Bernardo Maggiorelli, FdI, e Orazio Peluso, Lega, hanno rimarcato: "Nessuna ideologia politica, nel tempo è proprio cambiata la situazione in città".

Cristina Belvedere