REDAZIONE SIENA

"Sembrava un’esplosione Gli allarmi sono impazziti"

La testimonianza di chi è corso fuori casa terrorizzato e di chi ha dormito in auto. C’è anche una donna incinta. Fuga degli studenti fuori sede: "Torniamo a casa"

Si avvolge in una morbida coperta nera. Fa freddo in Piazza. Nel cuore ancora la paura, negli occhi incredulità per il tavolo che ballava insieme a tutta la casa, al primo piano di via Duprè. "Restiamo ancora un po’ in Piazza, non mi fido ad andare a dormire", dice la giovane donna riparandosi dal gelo. "Non potevo che scappare anche per tutelare lei", aggiunge lasciando intravedere il pancione. La famiglia Pace, originaria della Sicilia ma residente a Siena a due passi dal Campo, è una delle tante che ha trascorso all’aperto lunghe ore della notte per via di quelle scosse che hanno reso insonne e inquieta Siena. Nel passeggino, completamente imbaccucato, il primogenito. Con loro un’amica che svela: "Sono arrivata dalla Sicilia proprio oggi (mercoledì, ndr) e guarda che situazione".

"Mamma, mamma, ti dico che è stata una scossa fortissima, si muoveva tutto. Sì, ho paura. Sto ancora tremando", racconta poco distante un giovane studente fuori sede che tiene una birra in mano. "No, no, non me la sento di parlare. Lo vede lei come siamo messi. E la terra continua a sussultare. Io torno a casa", ci ice. Così come hanno fatto ieri tantissimi universitari, compresi gli studenti di Siena Jazz. Bastava andare per il corso per vederli passare con i trolley diretti alla stazione oppure a caccia di un Flixibus per allontanarci dall’epicentro del sisma.

Coppie adulte in Piazza, anche abbastanza in là con gli anni che si fanno forza a vicenda. "Che facciamo adesso?", si chiedono. Stessa domanda per un gruppo di studenti universitari che abitano in varie zone della città, chi a Porta Romana, chi verso la stazione. "Siamo venuti qui perché è uno spazio aperto più ampio, eravamo alla mensa di Sant’Agata. Abbiamo sentito un rumore che sembrava un’esplosione. Sono iniziati poi a scattare allarmi delle macchine e la terra ballava, abbiamo capito che era il terremoto", spiegano Francesca, Elisa Sorbi, Sara Perfetto, Luciano Colucci e Ornella Neri. Ammettono di aver avuto paura ma cercano di sdrammatizzare facendosi forza a vicenda. Come nella altre piazze del centro storico, da Tolomei a Sant’Agostino. Mentre nel parcheggio del palazzetto della Mens Sana si radunavano centinaia di macchine, la ’casa’ dove molti hanno poi trascorso la notte. Dopo aver messo il gatto nel trasportino, c’è chi è uscito di casa con l’accappatoio per lo spavento. E ora batte i denti.

Laura Valdesi