Scotte, accordo lampo sugli orari. Cisl: "Pronti a firmare l’intesa"

Il segretario Pucci sulla proposta del dg Barretta: "Bastano minime modifiche, poi per noi va bene"

L’ospedale costretto a cercare personale, non tanto per incrementare i suoi numeri quanto per riequilibrare le uscite: l’AouSenese ha bandito la selezione di una trentina di figure, fra infermieri e operatori sociosanitari. Insomma la sanità si avvita sul problema della carenza di personale e di sovraccarico dei professionisti presenti, costretti a rinunciare a ore di riposo e ferie.Su questo secondo fronte, come promesso una settimana fa al tavolo sindacale, la direzione dell’Azienda ospedaliera Senese ha mandato la sua proposta di accordo per risolvere la questione del credito orario dei dipendenti, cioè le maggiori ore di lavoro cedute (e non godute) per svolgere attività assistenziale.

E, di fronte all’apertura dimostrata dal direttore Antonio Barretta, i sindacati si dicono già pronti a firmare l’accordo: "La proposta è già arrivata e, salvo un paio di minime modifiche, noi la firmeremo – dice Riccardo Pucci, segretario provinciale Cisl Siena –: in questo modo le ore a debito dei turni potranno essere compensate da quelle a credito, fatte in più e non godute. E dal primo febbraio arriverà la Banca delle ore e la nostra richiesta è che il lavoratore possa scegliere anche di farsi pagare le ore di riposo, ferie o permessi saltati".

Ma perché tante ore accumulate dagli operatori ospedalieri? "Le ragioni sono diverse – prosegue Pucci –: c’è stata la pandemia e i riposi sono saltati, ci sono nuovi servizi attivati che richiedono più personale, ci sono tetti di spesa che le Aziende sanitarie non possono sforare e, infine, ci sono pensionamenti e la mobilità del personale che, in parte, chiede di riavvicinarsi a casa e dunque il trasferimento in altra Azienda. Fatto sta che la carenza del personale sanitario è cronica: l’AouSenese è in Toscana quella che ha assunto di più negli anni dell’emergenza, eppure si ritrova ora con una trentina di uscite da rimpiazzare a cavallo della fine dell’anno".

"Le assunzioni – conclude Pucci – saranno fatte attingendo alle liste dei concorsi passati, ma credo che sia tempo di pensare a farne di nuovi, sia per infermieri che operatori sanitari. Il problema della mancanza di professionisti vale anche per i medici e qui è l’Università, con le scuole di specializzazione, che deve programmare sul lungo termine la formazione, in modo da allineare i numeri dei formati alle esigenze della sanità. Occorre una programmazione da qui a 10 anni almeno".

Paola Tomassoni