
Scoperta società di finte badanti Contratti e buste paga falsi per il permesso di soggiorno
di Laura Valdesi
SIENA
"Assistenza domiciliare per anziani e disabili in Valdichiana e zone limitrofe", recita il sito della società che era nata nel 2017 da un’idea dell’infermiera ora finita agli arresti domiciliari. Attiva a Chianciano Terme, Sarteano, Cetona, San Casciano Bagni, Chiusi, Montepulciano, Torrita di Siena, Sinalunga, Foiano della Chiana, Cortona, si legge ancora, per l’assistenza domiciliare a chi è malato di alzheimer o di parkinson, con applicazione persino dell’holter a domicilio. Ma dietro questa organizzazione, secondo l’inchiesta del procuratore Nicola Marini e del pm Siro De Flammineis condotta dalla Finanza, c’era in realtà un hub. Un centro che erogava servizi agli extracomunitari che volevano aiuto a restare nel nostro Paese fornendo loro un lavoro fittizio come badanti, persino buste paga e contratti per attività mai svolte. Un business sui migranti creato grazie ai soldi chiesti loro, ad esempio, per il permesso di soggiorno (vedi articolo nel fascicolo nazionale). Una sorta di ’tagliola’ da cui non si sottraevano neppure le badanti che venivano arruolate da una donna georgiana residente ad Empoli e adesso indagata per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina insieme all’amministratore della società, a un infermiera e al braccio destro del capo finiti ai domiciliari, più un uomo che si occupava di portare i lavoratori presso le famiglie. Le badanti che prestavano veramente assistenza in un caso si erano viste decurtare lo stipendio di circa 400 euro. Oltre a queste somme, trattenute direttamente dagli stipendi, avveniva lo stesso anche per tutti gli oneri previdenziali e assistenziali relativi al personale dipendente addebitati in fattura alle ignare famiglie per i servizi resi ai loro cari, salvo non eseguire alcun versamento all’Inps. Anzi, la società risulterebbe evasore total: circa un milione di euro il debito con l’erario.
L’organizzazione, ricostruita in un’inchiesta che ha visto in prima linea la Tenenza di Montepulciano guidata da Luca Sasso, "con polizia municipale di Chianciano e carabinieri che hanno collaborato nella fase iniziale ed il commissariato di Chiusi che ha dato un contributo prezioso", osserva il colonnello Giuseppe Marra, aveva il proprio faro nel campano di 44 anni che andava spesso all’estero (è stata interessata anche l’Interpol). "Indivduati anche due africani che collocavano i servizi illeciti resi dal sodalizio presso i loro connazionali", ha spiegato ancora la Finanza. Che ha dato anche alcune cifre : 347 posizioni riscontrate dal giugno 2020 al febbraio 2023, 289 erano fittizie, 58 come detto irregolari ai fini dell’assunzione perché la società mancava dei necessari requisiti, 67 le dichiarazioni di ospitalità, 37 quelle di emersione e 8 operatori erano assolutamente al nero.
La vicenda, che avrà altri sviluppi, è sostenuta da intercettazioni telefoniche, ambientali e pedinamenti. Grazie a cui si è vista una donna che attendeva l’arrivo della badante alla stazione. La indottrinava all’esterno, quindi un uomo caricava il suo bagaglio per portarla sul luogo di lavoro. Perquisite le abitazioni dei tre arrestati e dei cinque indagati, anche l’ufficio di un consulente fiscale locale che si occupava della tenuta contabile. Sequestrato denaro con relative buste paga da dare a personale assunto in nero, telefonini e documenti anche extracontabili che impegneranno la finanza per le prossime settimane. Scovato un bilancino di precisione e alcuni grammi di droga, una carta d’identità falsa. Servirà un incidente probatorio per cristallizzare il racconto degli stranieri coinvolti.
"Accanto al flusso di immigrazione clandestina nel nostro Paese c’è un apparato organizzato che offre servizi agli extracomunitari per regolarizzarli che potrebbe comportare,vale in linea generale, il rischio di infiltrazioni terroristiche o di altri soggetti che possono portare con sé problematiche diverse – ha evidenziato il pm De Flammineis – ; un dato importante la perdita del controllo di questi soggetti da parte dello Stato, perché la documentazione presentata era fittizia, che poi andavano nelle famiglie".