Sanzioni di luglio, ecco i motivi . La Torre e il precedente del 1981

Essenziali le delibere con cui la giunta ha respinto i ricorsi di Contrade e fantini per Provenzano "L’esame disciplinare degli episodi: valutazione che risponde solo alla ’logica paliesca’", si dice .

Sanzioni di luglio, ecco i motivi . La Torre e il precedente del 1981
Sanzioni di luglio, ecco i motivi . La Torre e il precedente del 1981

di Laura Valdesi

Essenzialità. Nessun panegirico, né motivazioni stile sentenza di un processo penale. Perché l’"inchiesta" sui fatti di Provenzano c’è stata ma condotta alla luce del Regolamento del Palio. Va sgombrato il terreno, scrive infatti la giunta Fabio in ciascuna delle delibere con cui respinge i ricorsi di Torre, Chiocciola, Tartuca, Grandine e Scompiglio, "da tutte quelle argomentazioni proprie degli ordinari principi e regole che disciplinano il consueto procedimento in qualunque sede". La valutazione deve rispondere esclusivamente alla logica paliesca. Di più: il grosso del lavoro, apprezzato e condiviso, è stato svolto dall’assessore delegato Giuseppe Giordano. Ed è contenuto nelle sue dettagliate proposte di sanzione contro cui, a giudizio dei colleghi, non sono stati portati argomenti ’forti’. Un netto cambio di impostazione, dunque, rispetto alla più articolata gestione De Mossi.

Prendiamo la Torre che ha avuto un Palio di squalifica per il pugno di un contradaiolo a Tittia a Carriera appena corsa. "Non ha portato elementi e fatti nuovi" rispetto alle memorie già analizzate da Giordano. Fa solo riferimento al precedente sanzionatorio non citato in queste ultime. Un procedimento a carico della Pantera a cui veniva data una deplorazione "per aver un suo contradaiolo colpito un figurante dell’Aquila che festeggiava il palio vinto nel 1981". Sanzione archiviata dal consiglio comunale, all’epoca aveva infatti l’ultima parola il ’parlamentino’ senese. La giunta ribatte non solo che l’articolo 101 - presuppone la responsabilità oggettiva della Contrada – venne riformulato nel 1972 "per allargare il perimetro di applicazione ai comportamenti dei contradaioli, anche compiuti singolarmente" sentendo "l’esigenza di un intervento che garantisse un maggior ordine e sicurezza per tutti i partecipanti". Un orientamento che negli anni si è consolidato "anche con riferimento ad episodi che non hanno turbato in concreto lo svolgimento del Palio ma avrebbero potuto comunque innescare reazioni in grado potenzialmente di farlo (delibere 1993 e 1998). L’assessore delegato ha quindi ben inquadrato e valutato il comportamento del contradaiolo della Torre proporzionando coerentemente la sanzione proposta".

Interessante la risposta della giunta alla Tartuca che evidenzia non solo la sproporzione della sanzione (la censura) per il comportamento fra i canapi di Grandine che aveva fatto nascere la discussione con Scompiglio nella Chiocciola, ma anche "la natura innovatrice della stessa rispetto alla giurisprudenza, costituendo pertanto un netto cambiamento rispetto all’orientamento tenuto dalla giunta". "L’assessore delegato – ribatte quella guidata da Nicoletta Fabio – ha illustrato sia sul piano formale che sostanziale, anche in riferimento ai precedenti, la possibilità di proporre una sanzione, anche innovativa, per i fatti in contrasto con il Regolamento del palio. Sulla sproporzionalità, si rileva che l’ad ha ritenuto di proporre la censura, la sanzione più lieve". A differenza della Tartuca, la Chiocciola aveva giustificato la contestazione verbale del suo capitano sul palco dei giudici a cui sarebbe stato risposto "in modo offensivo" dal collega di Castelvecchio. La giunta mette subito i puntini sulle ’i’: "L’assessore delegato si è tenuto a quanto descritto nella relazione dei deputati da cui non è stato possibile ricostruire con maggiore precisione l’alterco e attribuire responsabilità diverse ai due protagonisti. Sia invece lasciata al sindaco la motivazione della convocazione nel dopo prova di Chiocciola e Tartuca, che comunque può essere ragionevolmente ascritta ad entrambi gli episodi". E a Scompiglio (due diffide, correva nella Chiocciola), che si richiama alla norma interpretativa della mossa (è stato punito per aver ritardato l’ingresso fra i canapi) la giunta spiega che questa "nell’ultimo capoverso rimanda espressamente ’ i fantini che non osservano le suddette disposizioni saranno passibili delle punizioni previste dagli articoli 64 e 99 del Regolamento per il Palio. Non c’è inoltre dubbio – dice la giunta Fabio - dall’interpretazione letterale della relazione del mossiere che lo stesso abbia richiamato ufficialmente due volte la Chiocciola".