Sanità, liste di attesa e referti contestati

Una settantina di segnalazioni l’anno al vaglio del Tribunale del malato di Siena

I volontari del tribunale del malato

I volontari del tribunale del malato

Siena, 12 luglio 2019 - Tutelare gli interessi di singoli cittadini, monitorare l’assistenza negli ospedali e nei territori, intercettare i bisogni di salute e di buone pratiche. Il tutto – grazie alla Legge regionale 75/2017 – ‘partecipando’ alla Sanità toscana, ovvero con la presenza nei Comitati di partecipazione di Società della salute, ospedali e aziende sanitarie e nelle Commissioni miste conciliative. E’ il Tribunale per i diritti del malato, rete dell’associazione Cittadinanza attiva, che ebbe il suo battesimo a Roma il 14 giugno 1980, in occasione della proclamazione della prima Carta dei diritti del cittadino malato. Attualmente il Tribunale è diffuso su tutto il territorio nazionale, con circa 350 sezioni ed una ventina in Toscana: a Siena ha sede presso il policlinico Le Scotte e ha come coordinatrice, della ‘squadra’ di volontari attivi in difesa del malato, Isa Pianigiani.

Arrivano segnalazioni, denunce o richieste di assistenza?

«Abbiamo attualmente una settantina di segnalazioni l’anno. In passato erano sicuramente di più. Va detto che nel frattempo le aziende della sanità hanno istituito gli Urp, dando da sole spiegazioni e possibilità di comunicazione fra i pazienti e le istituzioni».

Che cosa segnalano i cittadini?

«Il più dei casi è riferito al rapporto fra paziente e medico, con i cittadini non soddisfatti del servizio ricevuto, delle risposte avute. Il problema cronico, di ieri come di oggi, sono però le liste di attesa per esami e visite specialistiche. E per quanto riguarda Asl anche l’attesa al Cup per parlare al telefono con l’operatore e fissare l’appuntamento. Per quanto riguarda le Scotte, si è notata la diminuzione di segnalazioni: la svolta impressa a partire da cardio-chirurgia e anche nelle risonanze ha dato i suoi risultati».

Dunque oggi quali altre problematiche emergono?

«Ci vengono segnalati casi di infezioni ad esempio, forse contratte in ambulatori. Veniamo così attivati e andiamo a capire cosa è successo, visionando le cartelle cliniche, la documentazione. Nel rapporto Pit mandato per il 2018 a Cittadinanza attiva alla sede centrale di Roma, abbiamo segnalato 27 casi riferiti a patologie croniche e degenerative, 25 legati all’anzianità, 1 caso di malattia mentale, 5 a patologie oncologiche, una a una malattia rara. Poi ci sono presunti errori nella pratica medica e segnalazioni per la gestione dei pronto soccorso. Anche qui, ancora alle Scotte, ci risulta apprezzata la distinzione fra gli accessi pediatrici e gli altri».

Il periodo estivo è già iniziato, sono arrivate segnalazioni legate al piano di riorganizzazione?

«Abbiamo protestato con Asl per il taglio del medico nei turni notturni infrasettimanali della guarda medica su Siena. E andiamo chiedendo da tempo l’istituzione di Case della salute, anche in modo da non riempire i pronto soccorso per assistenza che può essere prestata anche in ambulatori dalla medicina generale. Una buona svolta all’orizzonte invece sono i servizi a breve coperti dalle farmacie, come il pagamento dei ticket e domani le prenotazioni degli esami».

Paola Tomassoni