di Laura Valdesi
SIENA
"Guarda, ho visto un tuo video". Il gelo. E il mondo che cade addosso in una frazione di secondo. Non il filmato della laurea o del compleanno con gli amici, neppure quello delle vacanze al mare o di un’escursione divertente. Non c’era niente che inducesse a sorridere in quello spezzone che ritraeva la giovanissima mentre faceva sesso con un ragazzo. Secondi che dovevano restare segreti, nell’intimità della coppia. E che invece qualcuno ha poi evidentemente mostrato. Comunque ne ha parlato. Compiendo un reato, il revenge porn. Pratica che può avere ricadute terribili a livello psicologico per la vittima della diffusione, via chat o sui social, di immagini intime. Che tali avrebbero dovuto essere. Per questo due giovanissimi sono ora sotto processo: non è rimasto segreto un filmato sessualmente esplicito che ha fatto crollare il mondo addosso alla ragazza che vive a Siena. Solo uno degli indagati, difeso dall’avvocato Stefano Borgheresi, era ieri in aula. L’udienza è stata però rinviata dal gip Ilaria Cornetti per l’impedimento dell’avvocato dell’altro ragazzo accusato di revenge porn.
L’intimità sboccia in una camera. Qui avviene nel 2020 l’incontro dai toni forti fra la giovane senese e il ragazzo, straniero ma da una vita abita nella zona. Qui è cresciuto. Sono tutti poco più che maggiorenni, i protagonisti di questa vicenda. Il giovane, alto e aitante, consuma il rapporto sessuale con la ragazza. Una scena che viene però ripresa dall’altro giovane ora accusato di un reato molto grave. Filma quei momenti, senza prendere parte però al rapporto. Fa soltanto il ’cameraman’. C’era quella sera un altro convitato di pietra, come spesso avviene. L’alcol. Avevano infatti bevuto molto. La vittima sostiene di non essersi resa conto che si trovasse lì una terza persona.
Quando la serata termina resta il video. Che l’amico invia al giovane che ha fatto sesso con la ragazzina. Una sorta di ’trofeo? Un ricordo da esibire con gli amici? Certo è che qualche mese dopo la giovane si sente dire che hanno visto un video che la riguardava, la voce gira. Non un filmato qualsiasi, come detto, ma la scena del rapporto. Panico. Angoscia. Si rivolge subito al centro antiviolenza raccontando tutto e, da qui, giunge alla consulenza legale dell’avvocato Claudia Bini che ha presentato la costituzione di parte civile per la giovane, ieri non presente in aula.